Tranne Salvatore Foti, gli altri imputati coinvolti nell’operazione “Botti di Capodanno”, hanno reso dichiarazioni dinanzi al Giudice dell’udienza preliminare Andrea Migneco. Gli altri imputati sono Luca Foti, 38 anni, difeso dall’avvocato Paolo Germano; Eliseo Foti, 43 anni, assistito dall’avvocato Giorgio D’Angelo; Giuseppe Frasca, 22 anni, difeso dall’avvocato Junio Celesti; Marcellina Teresa Rapacz, 21 anni, di nazionalità polacca, assistita dall’avvocato Giorgio D’Angelo; Sebastiano Forte, 22 anni, difeso dall’avvocato Antonio Meduri. Secondo i Carabinieri ed il Pubblico Ministero Antonio Nicastro hanno acquistato da grossi fornitori ingenti partite di marijuana e di cocaina per poi rivenderle a un considerevole numero di tossici di
Floridia e dintorni. I Carabinieri del comando provinciale e della Tenenza di Floridia, sulla base delle intercettazioni ambientali e telefoniche, li hanno poi arrestati, ritenendo anche di avere anche correttamente dato un significato alla terminologia usata durante le conversazioni dagli spacciatori di droga che, solitamente, parlavano di “stecche” e di “palle”. Per i carabinieri con “stecche” gli imputati intendevano riferirsi alle dosi di marijuana, mentre quando dicevano “palle” si sarebbero riferiti alle bustine di cocaina.
Avendo chiesto di essere giudicati con il rito abbreviato, i floridiani hanno chiesto di rendere dichiarazioni per puntualizzare ciascuno l’attività effettivamente esercitata alla “fiera della droga”. Luca Foti ha detto che da 2012 fa uso di cocaina, ma di non aver mai spacciato tale tipo di sostanza stupefacente e comunque di essersi saltuariamene occupato di droghe leggere. Giuseppe Frasca, a sua volta, ha dichiarato che la pistola di cui si fa riferimento nelle intercettazioni, l’aveva trovata in campagna nel periodo in cui raccoglieva ferro. Eliseo Foti ha sostenuto di essere un tossicodipendente ma di avere spacciato soltanto marijuana e mai cocaina. Sebastiano Forte ha dichiarato anche lui di avere spacciato marijuana ma di non avere mai venduto cocaina. Teresa Marcellina Tapacz, infine, ha dichiarato di aver fatto uso di droga, del tipo marijuana, e di averla di tanto in tanto venduta ad altri “fumatori” per rientrare dei soldi che aveva speco per acquistare l'”erba”. Anche lei ha sottolineato di non aver mai fatto uso o ceduto a terzi cocaina.
Tutti sono stati concordi nello spiegare al Gup il vero significato delle parole “stecche” e “palle”. Con “stecche” – hanno detto – s’intende dire piccole dosi di marijuana; con “palle”, invece, si intende dire un quantitativo più considerevole di “erba”.
L’unico che non ha partecipato al dibattito è stato Salvatore Foti, 60 anni, difeso dall’avvocato Paolo Germano.
Il Pubblico Ministero Nicastro ha chiesto un breve rinvio per verificare la veridicità di quanto riferito dai floridiani alla sbarra e il Gup Migneco, accogliendo la richiesta, ha fissato la prossimo udienza per la data del 10 febbraio, giorno in cui il magistrato della Procura effettuerà la requisitoria. Sempre il 10 febbraio parleranno anche gli avvocati Junio Celesti e Antonio Meduri. Una seconda udienza si terrà il 24 febbraio per le arringhe difensive degli avvocati Giorgio D’Angelo e Paolo Germano. Poi ci sarà la camera di consiglio e il verdetto.