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Pizzo e attentato incendiario: 9 anni a testa ai fratelli Pandolfo

CronacaPizzo e attentato incendiario: 9 anni a testa ai fratelli Pandolfo

I fratelli Cesare e Innocenzo Pandolfo, riconosciuti colpevoli di estorsione ai danni del titolare di Villa Carrubba di Sortino, e di attentato incendiario della struttura ricettiva, sono stati condannati ciascuno alla pena di nove anni di reclusione e alla multa di tremila euro, all’interdizione perpetua dai pubblici uffici, alla perdita della patria potestà durante l’esecuzione della pena e al risarcimento dei danni in favore di tutte le parti civili costituitesi in giudizio da liquidarsi in separata sede. La sentenza è stata pronunciata nella serata di martedì 3 febbraio, dai giudici del Tribunale penale (presidente, Giovanna Scibilia; a latere Anna Pappalardo e Gaspare Abate). In precedenza, a conclusione della requisitoria, il Pubblico Ministero Andrea Ursino aveva

sollecitato il Collegio giudicante a condannare i fratelli Pandolfo e di infliggere a ciascuno la pena di dieci anni di reclusione. Hanno condiviso la richiesta di condanna gli avvocati Antonino Mirone, Gianluca Caruso, Francesco Pizzuto in rappresentanza delle Associazioni antiracket e antiusura, tra cui l’Acipas, l’Antiracket sortinese, la Cna e il Comune di Sortino, ritenendo i due fratelli Pandolfo gli autori dell’attentato incendiario di Villa Carrubba poichè il titolare della struttura ricettiva si era rifiutato di “ingaggiarli” per garantire la protezione e assicurare il servizio di vigilanza all’interno del locale. D’altra parte la richiesta avanzata dai Pandolfo era sproporzionata e la loro presenza all’ingresso e all’esterno di Villa Carrubba non sarebbe stata vista di buon occhio dagli ospiti della struttura ricettiva. Ma loro due, che a Sortino hanno sempre fatto il bello ed il cattivo tempo, non avevano preso bene le legittime giustificazioni addotte a supporto del rifiuto dal titolare di Villa Carrubba. E avevano agito secondo i metodi in voga negli ambienti criminali: minacce prima e attentato incendiario dopo. Ma, a differenza di altre volte, è andata male ai fratelli Pandolfo e anche il loro difensore, l’avvocato Francesco Fazzino ha dovuto incassare una sonora batosta, malgrado l’appassionata arringa difensiva pronunciata martedì pomeriggio, 3 febbraio, quando ha chiesto ai giudici di mandare assolti i suoi due assistiti per non avere commesso il fatto in ordine al capo d’imputazione di attentato incendiario e perchè il fatto non sussiste in relazione alla fattispecie delittuosa di estorsione. Ma gli è andata male. Perchè i giudici, condividendo la tesi della pubblica accusa, ha riconosciuto colpevoli i fratelli Pandolfo di entrambi i reati loro contestati a titolo di concorso e ha inflitto a ciascuno la pena di 9 anni di reclusione.