C’era grande attesa al processo “Mafia e droga a Cassibile” in quanto si aspettavano dei colpi di scena dal controesame del pentito Sebastiano Troia. Invece, a parte alcune contraddizioni emerse in occasione di alcuni episodi delittuosi, il collaboratore di giustizia ha confermato quanto già aveva riferito al Pubblico Ministero Andrea Ursino, nel corso dell’esame. Troia ha continuato a dire che Antonino Linguanti faceva il bello ed il cattivo tempo a Cassibile, tranne nel settore dello spaccio degli stupefacenti perchè lui aveva una forte avversione per la vendita della droga in quanto questo tipo di attività avrebbe finito col richiamare l’attenzione delle forze dell’ordine. Per il resto il pentito non ha risparmiato nulld Antonino Linguanti, che segue il processo
in videoconferenza da una saletta del carcere in cui è rinchiuso poichè sottoposto al regime del 41 bis. Tutte le estorsioni commesse contro gli esercenti di Cassibile il Troia le ha scaricate sul conto di Linguanti, al quale ha anche attribuito il suo interesse per ll business delle macchinette mangiasoldi, grazie all’accordo che aveva già stipulato con alcuni noleggiatori di videogiochi tra cui Gaetano Liuzzo Scorpo, e lo stesso Pierpaolo Vasquez di Siracusa, che, su ordine di alcuni esponenti del clan “Bottaro-Attanasio”, avrebbe dovuto consegnargli ogni mese una parte dei soldi ricavati dalle giocate fatte dagli scommettitori con i videogiochi di sua proprietà. Ancora una volta, come se già non ne avesse parlato in Corte d’Assise quando Battaglia e Linguanti sono stati condannati all’ergastolo, il Troia, su domande dei difensori degli imputati, ha rievocato gli omicidi ai danni di Salvatore Bologna e di Salvatore Giacona, avvenuti il primo nel febbraio del 2002 ed il secondo alla fine di marzo del 2009. A differenza di quanto stabilito dalla Corte d’Assise che ha condannato Linguanti per l’omicidio Bologna e Battaglia per l’uccisione di Giacona, il pentito continua ad accusare il Linguanti di entrambi i delitti e chiama, per l’ennesima volta in causa, Giuseppe Melluzzo, noto rivenditore di auto e consulente tecnico dell’ex presidente della Provincia regionale, onorevole Nicola Bono, per l’autodromo di contrada Fusco. E, infine, a differenza di tutti gli altri pentiti convocati dal Pubblico Ministero Andrea Ursino i quali parlavano per sentito dire o senza aver mai conosciuto gli imputati alla sbarra, il Troia ha fatto precisi riferimenti sulle altre persone accusate o di associazione a delinquere di stampo mafioso, o di traffico di droga o semplicemente di spaccio di droga. E ha parlato, quindi, di Salvatore Battaglia, Giuseppe D’Alterio, Giuseppe Floridia, Alessio Fronterrè, Antonino Fabbio, Salvatore Galiffi, Massimo Galiffi e degli altri imputati alla sbarra.
Il processo, in corso di svolgimento dinanzi al Collegio penale (presidente, Alessandra Gigli; a latere, Livia Rollo e Antonella Coniglio) è stato rinviato all’udienza di lunedì 23 febbraio. Non ci saranno altri pentiti da essere escussi, ora tocca ai testimoni della pubblica accusa e subito dopo a quelli della difesa.