Siracusa. La Guardia di Finanza di Siracusa ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari a 22 dipendenti dell’ASP 8, coinvolti nell’operazione denominata “Doctor House” che, nel settembre del 2014, aveva già permesso alla Procura della Repubblica di richiedere, per 19 degli indagati, la misura dell’interdizione dai pubblici uffici, successivamente applicata dal Gip Patricia Di Marco soltanto per 9 di essi. L’operazione ha riguardato un’indagine protrattasi per mesi con l’ausilio di telecamere collocate all’ingresso dell’ex Ospedale Neuropsichiatrico Provinciale di via traversa la Pizzuta di Siracusa che ha consentito di monitorare costantemente sia gli strumenti per la rilevazione delle presenze del personale che l’ingresso
principale. I millecinquecento scatti fotografici e le 600 ore di video – riprese hanno reso possibile rilevare come diversi dipendenti si sono assentati arbitrariamente dal posto di lavoro. L’attività delle fiamme gialle aretusee ha consentito di provare che i dipendenti, a piccoli gruppi, si mettevano d’accordo tra loro affinchè uno timbrasse i badge magnetici degli altri, consentendo a questi di arrivare in ritardo, di andare via in anticipo dal posto di lavoro, ovvero di uscire per dedicarsi a faccende personali. Grazie ai fraudolenti sistemi adottati, taluno trascorreva gran parte del tempo del lavoro al bar, altri passeggiavano per le vie dello shopping insieme ai colleghi, altri si recavano al mercato ed altri ancora a svolgere attività sportiva di diversa natura. Le indagini, condotte dai militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Siracusa, sono state dirette dal Procuratore Capo Francesco Paolo Giordano e coordinate dal Sostituto Procuratore Antonio Nicastro. Ai dipendenti sono stati addebitati i reati di falso (art. 479 c.p.), di truffa aggravata ai danni dell’Ente Pubblico (art. 640 c.2. c.p.) e di false attestazioni o certificazioni (art. 55 quinquies del D. Lgs. 30 marzo 2001 nr. 165 Testo Unico del Pubblico impiego). Questi, oltre alla condanna per i reati commessi, saranno chiamati a risarcire il danno patrimoniale, pari al compenso corrisposto a titolo di retribuzione nei periodi per i quali sia accertata la mancata prestazione, nonché il danno all’immagine subita dall’amministrazione pubblica.