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Caso chiosco di Noto: slitta la sentenza contro il boss Albergo e i suoi figli

CronacaCaso chiosco di Noto: slitta la sentenza contro il boss Albergo e i suoi figli

Siracusa. Dalla camera di consiglio non è uscita la sentenza, ma un’ordinanza con la quale i giudici del Tribunale penale hanno disposto una perizia contabile sulle operazioni di entrate e uscite del chiosco del signor Vito Genova, rilevato da Waldker Albergo e dai suoi figli Concetta e Salvatore Albergo. Alla luce dell’istruzione dibattimentale, sembrava fossero maturate le condizioni per un verdetto di assoluzione con formula piena a favore dell’esponente del clan mafioso “Trigila” di Noto, ed invece Waldker Albergo, detto Rino, dovrà attendere ancora uno o due mesi per sapere quale sarà la sua sorte giudiziaria. Il Collegio giudicante, presieduto dall’esperto magistrato Giovanna Scibilia, ha convocato per la prossima 

udienza del 28 aprile un commercialista cui affidare l’incarico di effettuare la perizia contabile sui movimenti del chiosco, ma anche verificando le dichiarazioni dei redditi e i versamenti al Fisco da parte di Waldker Albergo e dei suoi figli.
La decisione del Tribunale ha sorpreso sia il Pubblico Ministero Andrea Bonomo, che in sede di requisitoria aveva auspicato la condanna di Waldker Albergo a complessivi cinque anni di reclusione, di cui due anni e sei mesi per associazione a delinquere di stampo mafioso e i restanti due anni e sei mesi per appropriazione indebita attribuzione fittizia di beni; nonchè due anni di reclusione per Concetta Albergo, di cui un anno per appropriazione fittizia dei beni e un anno per intestazione fittizia di beni (acquisto del bar Pinguino) e otto mesi di reclusione per suo fratello Salvatore, accusato soltanto di appropriazione indebita. Per l’acquisto del chiosco, il Pubblico Ministero Bonomo aveva chiesto al Tribunale di assolvere con formula piena sia Waldker Albergo che i suoi figli Concetta e Salvatore. Lo stesso rappresentante della pubblica accusa aveva chiesto l’assoluzione completa di Corrado Albergo e Rosario Montesano dall’accusa di avere incendiato l’auto di proprietà di Vito Genova.
I difensori di padre e figli Albergo, avvocati Nunzio Cancemi e Sebastiano Troia si erano battuti per ottenere dal Tribunale un verdetto di assoluzione con formula piena da tutti i reati a ciascuno contestati, e altrettanta richiesta era stata avanzata dall’avvocato Domenico Mignosa in favore di Rosario Montesano, accusato ingiustamente, assieme a Corrado Albergo, di attentato incendiario.
Tra l’altro, la decisione del Tribunale di tramutare la misura dela custodia in carcere con quella degli arresti domiciliari nei confronti di Waldker Albergo aveva illuso i difensori dell’imputato e i suoi congiunti di un epilogo favorevole della vicenda che, quattro anni fa, quando la Procura distrettuale antimafia di Catania aveva ordinato al Commissariato della Polizia di Stato di Noto di arrestare e associare in carcere Waldker Albergo, i suoi tre figli Concetta, Salvatre e Corrado e Rosario Montesano, era stata raccontata in maniera assolutamente allarmante, in quanto si faceva intendere che l’acquisizione del chiosco fosse avvenuta per effetto delle minacce e dei metodi mafiosi posti in essere da Rino Albergo nei confronti del signor Genova. E, invece, dopo il clamore dei primi giorni, la vicenda è stata declassata come una normale operazione commerciale, con l’acquisto da parte della famiglia Albergo del punto vendita di tazzine di caffè e bevande alcoliche e analcoliche previo esborso di una ingente somma di denaro, e della vendita decisa dal signor Vito Genova, che ha candidamente dichiarato di non avere subito nessun tipo di intimidazione nè di essere stato coartato dall’esponente del clan Trigila di Noto.