Siracusa. La consigliera comunale Simona Princiotta (PD), ha chiesto all’avvocato D’Alessandro di venire in aula e di riferire al Consiglio comunale i motivi della debacle riguardo la controversia legale tra il Comune e la ditta Open Land della famiglia Frontino. Ma lui non ha raccolto l’invito e nè il sindaco Giancarlo Garozzo, che gli ha fatto liquidare un onorario di 200 mila euro, ha preso l’iniziativa di sollevarlo dall’incarico. La strategia difensiva dell’avvocato D’Alessandro, portata avanti davanti ai giudici del Consiglio di giustizia amministrativa di Palermo, è affondata sotto gli incisivi colpi dei difensori della famiglia Frontino, avvocati Mario Fiaccavento, Giuseppe Calafiore e Attilio Toscano, i quali, per l’omesso rilascio dell’autorizzazione della
concessione comunale alla realizzazione di un centro commerciale, hanno chiesto e ottenuto una sentenza che condanna il Comune di Siracusa a pagare 25 milioni di euro alla società Open Land. Ma non solo. La vicenda del risarcimento dei danni all’Open Land non solo avrà riflessi negativi per le casse del Comune ma è destinata a sfociare in un processo penale. Secondo quanto si è appreso da fonti bene informate l’avvocato D’Alessandro ed il dirigente dell’Ufficio Urbanistica del Comune, ingegnere Emanuele Fortunato sono stati iscritti nel registro degli indagati per il reato di falso ideologico. Il procedimento prende spunto da una determina in cui si attesta che il Comune di Siracusa nulla doveva alla società Open Land. La stessa fonte racconta che la frase era un vero e proprio azzardo in quanto era stata già emessa una sentenza, la 605 del 2013, che condannava il Comune al risarcimento dei danni in favore della ditta Open Land e che il Cga di Palermo aveva dato 120 giorni di tempo per effettuare il pagamento. Il Comune, però, aveva risposto nominando una commissione speciale che ha concluso la sua attività con l’approvazione della determina redatta dall’ingegnere Fortunato in cui si attesta che “nulla è dovuto alla ditta Open Land”. Con quel “nulla è dovuto” si è calpestata la sentenza di condanna al risarcimento dei danni con tutte le nefaste conseguenze che si ripercuoteranno non solo sui redattori della delibera, ma anche sull’Amministrazione comunale, guidata dal sindaco Giancarlo Garozzo, e sui consiglieri comunali per aver varato il bilancio, senza inserirvi il debito milionario contratto con la ditta Open Land. A seguito di un esposto inoltrato alla Procura della Repubblica dai legali della società che sta realizzando il centro commerciale il Pubblico Ministero Tommaso Pagano ha aperto un fascicolo intestato all’avvocato D’Alessandro e all’ingegnere Fortunato, ipotizzando nei loro confronti il reato di falso ideologico. Il legale e il dirigente comunale sono perciò indagati proprio sulla base di quella determina in cui si attesta che “nulla è dovuto” dal Comune alla società Open Land. Oltre all’avvocato D’Alessandro e all’ingegnere Fotunato tutti i componenti dell’Amministrazione comunale e del Consiglio comunale corrono il serio pericolo di finire sotto inchiesta per avere approvato il bilancio praticamente falso e per non avere assunto alcun provvedimento sanzionatorio nei confronti di coloro che hanno portato il Comune al default.
Nell’attesa di conoscere le prossime mosse della Procura sull’inchiesta che vede indagati l’avvocato D’Alessandro e l’ingegnere Fortunato del risarcimento milionario che il Comune dovrà pagare alla società Open Land se n’è parlato nell’ultimo Consiglio comunale.
La questione Open Land è stata affrontata sulla scorta di una mozione presentata da Simona Princiotta finalizzata alla creazione di un apposito capitolo nel bilancio di previsione 2015 per il pagamento del risarcimento dovuto, secondo il Cga, alla società costruttrice del centro commerciale di viale Epipoli, che è al centro di un contenzioso con il Comune e sul quale pende pure un processo penale. Nelle premessa della mozione si fa rifermento al fatto che l’ipotesi di una specifica voce di bilancio era stata discussa ma l’Amministrazione ritenne che non vi fossero gli elementi per farlo. Altro spunto di polemica, sollevato sempre da Princiotta con una nota depositata agli atti del Consiglio, è stato l’assenza del legale che sta seguendo per il Comune il processo Open Land davanti il Cga, l’avvocato Nicolò D’Alessandro. Secondo la consigliera comunale, è “inaccettabile” che il professionista, al quale sono stati pagati “200 mila euro di onorari”, si sia sottratto al confronto con i rappresentanti dei cittadini trincerandosi “dietro la riservatezza di un’ipotetica strategia difensiva”. Princiotta, inoltre, si è detta “allibita del silenzio del presidente Sullo dinanzi al diniego dall’avvocato D’Alessandro”.
Nella sua relazione, Princiotta ha fatto un excursus dei vari passaggi centrando in maniera critica l’attenzione, tra le altre cose, sulla delibera di Giunta numero 54 del 2013 con la quale l’Amministrazione dichiarò di non dovere nulla all’Open Land sulla base del lavoro svolto da una commissione tecnica presieduta dal dirigente Emanuele Fortunato, atti della commissione che, secondo la consigliera, rischiano di essere considerati falsi. Altre critiche Princiotta ha mosso verso la decisione dell’Amministrazione di non prevedere sin dal 2013 una specifica voce di bilancio per il caso Open Land, decisione che farebbe prefigurare l’ipotesi di falso in bilancio. La consigliera ha concluso l’intervento ponendo 9 quesiti che riguardano vari argomenti: oltre a quelli esposti, la posizione dei dirigenti che si sono occupati della vicenda compreso chi è imputato nel processo penale; se la Corte dei conti è stata informata della condanna al risarcimento; se il Comune si è costituito parte civile nel processo penale; se è vero che l’avvocato dell’Open Land ha chiesto nomi e indirizzi dei consiglieri comunali e dei revisori dei conti; come l’Amministrazione intende pagare il risarcimento e se si possa parlare di pre-default.
Nel dibattito, Castagnino ha affermato che la mancata previsione di una voce dedicata al risarcimento in questione rende il bilancio del 2013 non conforme alla legge. Questo espone a rischi di ordine giudiziario i consiglieri che votarono quello strumento finanziario, rispetto al quale ci sono delle responsabilità, ha detto, della commissione Bilancio e del suo presidente.
Su come l’Amministrazione pensa di affrontare il risarcimento sono intervenuti Milazzo e Vinci e le risposte, a questa e alle altre domande poste da Princiotta, sono arrivate dell’assessore al Bilancio, Gianluca Scrofani e dai dirigenti presenti.
Scrofani ha spiegato che, pur non essendoci una precisa voce dedicata all’Open Land, dal 2013 su sollecitazione dei revisori dei conti nel bilancio è previsto un fondo per le attività pregresse nel quale vengono accantonate anche le somme destinate alle sentenze esecutive per effetto di contenziosi. Quanto all’incarico all’avvocato D’Alessandro, l’assessore al Bilancio ha chiarito che la vicenda risale al 2009, che la scelta fu fatta dalla precedente Giunta e che l’ammontare della parcella è l’effetto di quel conferimento di incarico. Sulla costituzione di parte civile nel processo penale, l’assessore Scrofani ha ricordato che il pubblico ministero ha chiesto l’archiviazione del dirigente imputato.
Per il dirigente dell’Ufficio legale, Salvatore Bianca, visto il procedimento in corso davanti al Cga, non c’è nulla che gli organi politici del Comune possano fare. Bianca ha negato che possa essere fondata l’ipotesi di falso in bilancio, ritenendo pure che i consiglieri comunali non sono esposti a rischi perché i loro voti, ai sensi della legge 20 del 1994, sono espressi sulla base di informazioni fornite dai dirigenti comunali competenti. L’avvocato Bianca ha, inoltre, ricordato che le leggi prevedono i passaggi da compiere nel caso di pagamento dei risarcimenti, sui quali ha voce in capitolo anche il consiglio comunale. Inoltre, l’accertamento delle responsabilità del danno erariale è competenza della Corte dei conti, che interverrà una volta chiusa la vicenda davanti al Cga.
Sulla necessità di attendere la decisione finale del Cga è intervenuto pure il ragioniere capo, Giorgio Giannì. Finché non si conoscerà l’ammontare della somma, qualsiasi ipotesi sulle modalità di pagamento del risarcimento e circa gli effetti sulla tenuta finanziaria del Comune, è infondata. Impossibile, allo stato, prevedere del contromisure contabili da adottare e si si possa parlare di pre-default. Giannì ha poi difeso la decisione di creare un fondo per le attività pregresse, esempio raro da trovare in altri comuni della Sicilia, che consente di muovere i passi giusti anche nel caso Open Land.
Infine, il dirigente Fortunato ha respinto l’ipotesi secondo la quale la delibera sul “nulla è dovuto” all’Open Land sia viziata da atti falsi. Le conclusioni della commissione che doveva quantificare il danno per conto del Comune, ha spiegato, si basano sul fatto che non fu possibile fare alcuna valutazione economica perché la controparte non fornì i documenti richiesti e perché non ve ne erano neppure all’interno dell’Amministrazione.
Alla fine del dibattito, in sede di replica Princiotta ha detto di non condividere il messaggio volto a trasmettere tranquillità contenuto negli interventi dell’Amministrazione perché la situazione finanziaria del Comune è già grave adesso e può solo peggiorare quando scatterà il risarcimento.
Gaetano Firenze, che ha chiuso l’elenco degli interventi, ha dato un taglio politico: nell’attuale situazione di crisi e di difficoltà finanziaria, davanti alla consistente somma che il Comune rischia di pagare, sarebbe stato il caso che ad intervenire in consiglio comunale fosse stato direttamente il sindaco.
Chiuso l’argomento “Open Land”, il Consiglio comunale ha affrontato altre problematiche, tra cui quella dei patrocini onerosi.
L’Amministrazione comunale dovrà dotarsi di un regolamento sui patrocini onerosi. Lo ha deciso stamattina il consiglio comunale, convocato in seconda convocazione dopo lo scioglimento di ieri per mancanza del numero legale, nel corso di una seduta che si è occupata anche del contenzioso Open Land. L’assise si è sciolta poco dopo le 13 decidendo all’unanimità di aggiornarsi al martedì prossimo, sempre alle 9,30, per parlare ancora di contributi, revisione del piano regolatore generale e appalto sul verde pubblico.
Le prima battute del confronto in aula, però, sono state dedicate al corretto funzionamento delle commissioni consiliari. Il problema è stato sollevato da Massimo Milazzo per il quale è necessario rivedere l’articolo 7 del nuovo regolamento la cui formulazione, ha detto, impedisce una corretta composizione rispettando il vincolo della presenza di ciascun consigliere fino a un massimo di 2 commissioni. Dopo avere rilevato anche problemi formali sulle convocazioni, Milazzo ha annunciato le dimissioni dalle commissioni di cui sono componenti i tre esponenti di Progetto Siracusa (Milazzo, Fabio Rodante e Salvo Sorbello). Stessa decisione è stata espressa anche da Salvatore Castagnino e Cetty Vinci, mentre Salvo Cavarra ha annunciato di sospendersi chiedendo di rivedere, oltre alla composizione, anche le presidenze delle commissioni per un maggiore coinvolgimento della minoranza. Dopo un critico intervento di Simona Princiotta, sullo stesso argomento dalla maggioranza sono intervenuti anche Antonio Moscuzza e Francesco Pappalardo per invitare la presidenza a procedere con urgenza per la soluzione dei problemi sollevati.
L’atto di indirizzo dedicato al regolamento sui contributi onerosi è stato trattato dopo il prelievo del punto, chiesto ieri da Santino Armaro, passato con 16 sì, 7 no e un’astensione. La proposta è stata presentato da Carmen Castelluccio. Essa punta ad ottenere uno specifico “regolamento sulla concessione” che faccia “riferimento alla legislazione recente e disciplini con precisione i criteri e le modalità” tenendo conto dei principi di trasparenza, collegialità, qualità e di proposte che siano rispondenti agli obiettivi dell’Amministrazione. Criteri di trasparenza, inoltre, si chiedono pure nella concessione degli spazi pubblici per manifestazioni.
“Il regolamento – ha concluso Castelluccio – qualifica l’Amministrazione e la mette a riparo da accuse strumentali”. Interventi critici rispetto alla proposta sono stati pronunciati da Gaetano Firenze (“se c’è la necessità di un regolamento vuol dire che c’è un problema sui contributi onerosi”) e di Castagnino, che ha chiesto come mai il regolamento non sia stato proposto prima e lo si fa solo adesso. Alla prova dei voti, l’atto di indirizzo è stato approvato con 17 sì, 1 no e 9 astensioni.