Catania. Cala definitivamente il sipario sulla tragica storia di sangue avvenuta la sera del 20 dicembre 2013 in prossimità del Tempio di Apollo, al Largo XXV Luglio. La parola fine sull’accoltellamento del giovane panettiere Salvatore Micone ad opera del suo coetaneo Nicky Nonnari, è stata scritta dai giudici della prima sezione della Corte di Cassazione. La richiesta avanzata sia dalla Procura Generale della Corte d’Appello di Catania che dall”avvocato Vincenzo Pennisi, difensore dei genitori e della sorella di Salvatore Miconi, costituitisi parte civile, tesa ad ottenere l’inasprimento della pena a trent’anni di reclusione, è stata dichiarata inammissibile.
La Corte ha rigettato anche la richiesta avanzata dall’avvocato Giorgio D’Angelo, difensore di Nicky Nonnari, finalizzata ad ottenere l’esclusione della circostanza aggravante dei futili motivi e la concessione dell’attenuante della provocazione. Il Supremo Collegio ha confermato, come aveva chiesto il procuratore generale presso la Cassazione, la sentenza di condanna a 16 anni di reclusione irrogata a Nicky Nonnari dal Giudice dell’udienza preliminare Andrea Migneco perchè riconosciuto colpevole di omicidio volontario ma meritevole dello sconto di pena per avere chiesto di essere processato con il rito abbreviato.
Il fatto di sangue si verificò la sera del 20 dicembre 2013, mentre la città festeggiava l’Ottava di Santa Lucia, patrona di Siracusa. Nicky Nonnari, oggi 21enne, riconosciuto colpevole sia in primo che in secondo grado di omicidio volontario ai danni del panettiere di 22 anni Salvatore Miconi.quattro anni fa al Largo XXV Luglio, in Ortigia, mentre la città era in festa per l’Ottava di Santa Lucia, affondava l’affilata lama del coltello da cucina al petto del suo amico-antagonista e lo uccideva. Il delitto avvenne la sera del 20 dicembre 2013, intorno alle ore 19. Nicky Nonnari, insieme al padre, si trovava appoggiato alla ringhiera del Tempio d’Apollo, in attesa dell’arrivo del simulacro di Santa Lucia. Il giovane veniva improvvisamente circondato da un gruppo di persone che iniziavano a colpirlo. Nel tentativo di sottrarsi all’aggressione e alle percosse, Nicky Nonnari estraeva dalla tasca il coltello da cucina, prelevato un’ora prima dalla sua abitazione, immediatamente dopo avere avuto una discussione con un gruppo di pescatori, e lo conficcava al petto di Salvatore Miconi. Tra i due giovani, che anni prima erano componenti della stessa comitiva, da qualche tempo non correva buon sangue. Miconi accusava Nonnari di essere un “tragediatore” e di avere provocato non pochi problemi nella cerchia delle amicizie frequentate da entrambi. La sera del 20 dicembre 2013, Miconi e Nonnari avevano avuto uno scontro verbale. Ma, dopo l’alterco, il panettiere era andato a prendere la propria fidanzata ed era ritornato in Ortigia per aspettare il simulacro di Santa Lucia ed altrettanto aveva fatto Nicky Nonnari, che, dopo lo scampato pericolo dell’assalto dei pescatori, era corso nella sua abitazione dove si era cambiato d’abiti e, a titolo di precauzione, si era armato, prelevando dalla cucina il coltello da macellaio. Anche lui era ritornato al Largo XXV Luglio e, nell’attesa della processione che in quel momento si trovava ancora al Corso Gelone, Nonnari aveva di nuovo incrociato lo sguardo pieno di odio e rancore di Salvatore Miconi e alcuni minuti dopo si era visto circondare da cinque o sei persone, tra cui il panettiere. Quest’ultimo, però, pur possedendo nella tasca un acuminato coltello, non lo ha estratto per colpire l’ex amico. Era comunque componente del commando che aveva circondato Nicky Nonnari. Il quale, quando si è trovato la strada della fuga sbarrata, ha estratto il coltello e, manco a farlo apposta, ha centrato al cuore il povero Salvatore Miconi. Che è uscito dal gruppo pallido e barcollante. E pochi istanti dopo stramazzare a terra in un lago di sangue. Il giovane panettiere è morto durante il tragitto da Largo XXV Luglio all’ospedale Umberto I. Gli altri aggressori si sono immediatamente dileguati, mentre Nicky Nonnari si è dato alla fuga, dopo aver gettato all’interno del Tempio di Apollo il coltello intriso di sangue. L’omicida è poi andato a nascondersi a casa della nonna, dove poi è stato arrestato dagli agenti della Squadra Mobile.