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Si terrà il 14 marzo l’udienza preliminare di “Carlo ‘a scecca”, presunto autore dell’omicidio di Angelo De Simone

CronacaSi terrà il 14 marzo l’udienza preliminare di “Carlo ‘a scecca”, presunto autore dell’omicidio di Angelo De Simone

Siracusa. In seguito alla richiesta di rinvio a giudizio avanzata dal Pubblico Ministero Gaetano Bono nei confronti di Giancarlo De Benedictis, 46 anni, attualmente detenuto nella Casa Circondariale di Ragusa dove sta espiando la pena di 19 anni di reclusione per associazione finalizzata al traffico degli stupefacenti, il Gup Carmen Scapellato, ha fissato l’udienza preliminare per lunedì 14 marzo prossimo. Giancarlo De Benedictis, detto Carlo ‘a scecca, è accusato di omicidio volontario ai danni di Angelo De Simone, 27 anni, aggravato dai futili motivi e dai motivi abietti. Secondo il sostituto procuratore Gaetano Bono due sono le causali che avrebbero indotto Giancarlo De Benedictis, che agì in concorso con Luigi Cavarra, deceduto il 5 aprile 2018 nella località segreta in cui lo Stato lo proteggeva essendo divenuto collaboratore di giustizia dopo essere fuoriuscito dal clan “Bottaro-Attanasio”, a sopprimere il De Simone. Il primo motivo sarebbe quello passionale in quanto la vittima avrebbe intrapreso una relazione sentimentale con la ex moglie dell’imputato, il secondo motivo è da ricercarsi in un debito contratto dal De Simone con Luigi Cavarra per la fornitura di 100 grammi di cocaina.
L’omicidio di Angelo De Simone avvenne il 16 febbraio 2016, tra le ore 18,30 e le ore 19,45. Il giovane fu aggredito all’interno della sua abitazione, sita in via Pasquale Sgandurra, e colpito con una mazza da baseball in varie parti tra cui testicoli e nuca, cagionandogli lesioni consistenti in ecchimosi ed ematoma. Poi gli aggressori, quando la vittima aveva perso i sensi, gli legarono attorno al collo un laccio e lo appendevano ad un gancio affisso su un architrave dell’abitazione del malcapitato Angelo De Simone, I due aggressori si rivelarono due killer professionisti in quanto non aspettarono che sopraggiungesse la morte di Angelo De Simone, ben consapevoli com’erano che la simulazione dell’impiccagione non avrebbe tratto in inganno il medico legale chiamato dal Pubblico Ministero di turno alla Procura ad effettuare l’ispezione cadaverica. Per cui appesero il corpo del ventisettenne quando ancora respirava tanto è vero che il medico legale Giuseppe Ragazzi di Catania, che ha effettuato la perizia necroscopica dopo che il cadavere era stato riesumato su ordine del Pubblico Ministero Gaetano Bono, ha detto che il decesso del De Simone è avvenuto per asfissia meccanica “primitiva e violenta da impiccamento”. La simulazione dell’impiccagione trasse in inganno sia il medico legale che il 16 febbraio 2016 si recò nell’abitazione di Angelo De Simone sia gli agenti della Squadra Mobile, che constatarono il decesso del 27enne. Sia il medico che gli investigatori della Polizia di Stato hanno riferito al magistrato di turno alla Procura della Repubblica di Siracusa che Angelo De Simone si era suicidato.
Al suicidio non hanno mai creduto i congiunti e i fratelli di Angelo Simone, i quali si sono visti costretti a rivolgersi all’avvocato David Buscemi chiedendogli di opporsi alla richiesta di archiviazione avanzata dal Pubblico Ministero Davide Lucignani. Il giovane penalista ha presentato l’istanza di opposizione all’archiviazione al Giudice dell’udienza preliminare Salvatore Palmeri che, ritenendo i motivi esposti nella domanda dall’avvocato Buscemi, ha rigettato la richiesta del Pubblico Ministero e ha ordinato delle ulteriori indagini sulla morte di Angelo De Simone. Con il trasferimento alla Procura di Asti del sostituto procuratore Lucignani il fascicolo è stato assegnato al Pubblico Ministero Vincenzo Nitti il quale è pervenuto alle stesse conclusioni del collega e ha chiesto di archiviarsi il caso come suicidio. Ancora una volta l’avvocato David Buscemi ha presentato opposizione all’archiviazione e per la seconda volta la sua istanza è stata accolta dal Gip Salvatore Palmeri. Nel frattempo anche il sostituto procuratore Vincenzo Nitti è stato trasferito alla Procura della Repubblica di Firenze e il fascicolo sulla morte di Angelo De Simone è stato assegnato al sostituto procuratore Gaetano Bono. Il quale, anziché disporre immediatamente delle nuove indagini, ha subito ordinato che venisse riesumato il cadavere del ventisettenne e, contestualmente, ha dato incarico al medico legale Giuseppe Ragazzi di Catania di accertare se rilevasse segni di percosse sul corpo di Angelo De Simone. Inoltre, il Pubblico Ministero Bono ha chiesto al medico legale di accertare tracce di percosse sui testicoli visto che alcune fonti parlavano di una violenta aggressione patita dal De Simone da parte di due noti trafficanti del clan del Bronx, i quali avrebbero assestato dei mirati colpi ai testicoli della vittima per punirlo dello sgarbo fatto a “Carlo ‘a scecca”, intraprendendo una relazione amorosa con la signora Stefany Terranova, ell’epoca ancora moglie di Giancarlo De Benedictis. Le fonti asserivano, inoltre, che Luigi Cavarra e “Carlo s’ scecca” avevano deliberatamente scelto di ammazzare il povero Angelo De Simone affinché non riprendesse la relazione amorosa con la signora Stefany Terranova che, nel frattempo, aveva lasciato il De Benedictis.
A seguito della divulgazione delle prime indiscrezioni sull’omicidio di Angelo De Simone si è presentata nell’ufficio del Pubblico Ministero Gaetano Bono una persona la quale ha detto che il ventisettenne fu ucciso per un bidone effettuato ai danni di Luigi Cavarra dal quale aveva ricevuto cento grammi di cocaina tramite il ristoratore Franco Pellizzeri, Quest’ultimo è stato arrestato assieme a Luigi Cavarra nell’ambito di un’operazione antidroga effettuata dai Carabinieri, che in quell’occasione si sono accorti della consegna di oltre due chili di cocaina effettuata dal Pelizzeri, titolare del ristorante di contrada Isola, all’ex esponente del clan “Bottaro-Attanasio”. Il Pellizzeri, successivamente a quell’arresto per detenzione illegale di cocaina, è stato arrestato anche per detenzione di una pistola. In questa storia vicenda processuale a carico di “Carlo ‘a scecca”, Franco Pellizzeri compare come testimone che deve riferire sulla consegna dei cento grammi di cocaina ad Angelo De Simone, su incarico di Luigi Cavarra.
Oltre a Franco Pellizzeri, saranno citati come testimoni dell’accusa il pentito Pasquale Graziano Urso e tale Raffaele Fiscone. E tutti i testimoni interrogati dall’avvocato David Buscemi durante il periodo delle indagini difensive.
Giancarlo De Benedictis è difeso dall’avvocato Sebastiano Troia.

(nella foto Giancarlo De Benedictis9