Siracusa. I tre augustani che hanno massacrato di botte un 55enne a loro dire reo di aver rubato una bicicletta elettrica e dal quale pretendevano o la restituzione o la somma di 500 euro dovranno restare in carcere. Così ha deciso, questa mattina, il Giudice delle indagini preliminari Federica Piccione, al termine dell’udienza di convalida dell’arresto effettuato dai Carabinieri della Compagnia di Augusta lo scorso 12 febbraio. Il Gip ha disposto la misura della custodia in carcere sia per i due uomini che per la donna, nonostante questa fosse incinta, per la sanguinosa e violenta aggressione perpetrata ai danni di un 55enne, ancora ricoverato in ospedale con la prognosi riservata, e per il pericolo di reiterazione dei reati di cui si sono resi responsabili, massacrando di botte la vittima e devastando sia la sua abitazione che quella della sua ex moglie.
Sebastiano Conca, 39 anni, la sua compagna Elisabhet Piras, 38 anni e Francesco Rapina, 30 anni, tutt’e tre difesi dall’avvocato Puccio Forestiere, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere alle domande del Gip Piccione. I due uomini sono arrivati al Tribunale dal carcere di Cavadonna, mentre la donna dalla Casa Circondariale di Messina-Gazzi. Il Pubblico Ministero Salvatore Grillo contesta ai tre augustani, residenti nelle case popolari del quartiere Scardina, i reati di tentato omicidio, tentata rapina, tentata estorsione, sequestro di persona, danneggiamento aggravato e lesioni personali gravissime. Il sostituto procuratore Grillo ha chiesto al Gip la convalida dell’arresto eseguito dai Carabinieri di Augusta e l’applicazione della misura cautelare della custodia in carcere.
Secondo quanto emerso dalle indagini effettuate dai Carabinieri i tre violenti arrestati hanno aggredito il 55enne due volte: la prima volta giorno 11 febbraio, la seconda il 12 febbraio. Sebastiano Conca, sua moglie e il loro amico Francesco Rapina contestavano al 55enne di aver rubato una bicicletta elettrica di proprietà di uno degli aggressori e ne chiedevano la restituzione. Quella del furto della bicicletta elettrica potrebbe essere una balla in quanto un testimone sostiene di avere visto il Rapina che portava la bicicletta sulle spalle. Per cui, se fosse così, hanno accusato ingiustamente la vittima per estorcergli i 500 euro. Comunque sia, quando il 55enne ha risposto di non essere stato lui a compiere il furto i tre aggressori hanno preteso il pagamento della somma di 500 euro. La vittima ha risposto dicendo che non aveva alcuna intenzione di pagare i 500 euro dal momento che non era stato lui a compiere il furto della bicicletta elettrica. A questo ennesimo rifiuto i tre indagati hanno reagito brutalmente passando dalle parole alle botte. Dopo averlo ridotto a mal partito i tre sono andati via minacciando che sarebbero ritornati a cercarlo nei giorni successivi. Il giorno dopo, e precisamente nel pomeriggio del 12 febbraio, i due coniugi e il loro fidato amico Francesco Rapina hanno fatto irruzione nell’abitazione del presunto ladro della bicicletta e gli hanno chiesto di restituire la bici o di risarcirli sborsando 500 euro in contanti da consegnare immediatamente. La vittima ha ribadito il suo rifiuto di pagare quella somma così come ha negato di essere il ladro della bicicletta elettrica e a quel punto è stato violentemente picchiato da tutt’e tre gli sgraditi visitatori. Nel giro di pochi minuti il malcapitato è stato tempestato da calci, pugni, colpi di sedia, di un bastone e di un ombrello. Per la violenza delle botte il malcapitato è stramazzato sul pavimento stordito ma i suoi tre aggressori hanno continuato a picchiarlo selvaggiamente. La donna non è stata meno aggressiva dei due uomini: ha usato i piedi per dare calci alla testa e all’addome al malcapitato e, inoltre, gli ha pure puntato la lama di un coltello alla gola. Mentre il ferito era disteso sul pavimento i tre aggressori hanno devastato la sua casa, rompendo tutti i mobili. Poi, non contenti di averlo ridotto in un pietoso stato, gli hanno infilato un cappuccio alla testa, lo hanno sollevato di peso e lo hanno trascinato all’esterno della palazzina costringendolo a salire sulla loro auto. Sebastiano Conca, la sua compagna Elisabeth Piras e Francesco Rapina hanno condotto il 55enne nella casa della sua ex moglie e a quest’ultima hanno chiesto che fosse lei a sborsare i 500 euro. La donna è rimasta basita da quella richiesta e ha detto che non teneva in casa tutto quel denaro. Immediata la violenta reazione degli assatanati due coniugi e del loro complice: hanno iniziato a rompere i mobili, a dare calcioni contro gli specchi del bagno e a frantumare bicchieri e piatti. Ritornati nell’auto i tre hanno cercato di svegliare il 55enne ma quando hanno capito che difficilmente la loro vittima avrebbe potuto uscire con le proprie forze dalla macchina hanno tentato di spingerlo fuori dall’abitacolo. La scena è stata notata dagli avventori di un bar di Via Lavaggi, i quali hanno immediatamente telefonato al centralino della Compagnia Carabinieri. La pattuglia del 112 arrivata per prima in Via Lavaggi ha intimato l’alt ai tre violenti picchiatori, poi tutti arrestati e rinchiusi i due uomini nella Casa Circondariale di Cavadonna e la donna nella sezione femminile del carcere di Messina-Gazzi.