Catania. Oggi doveva essere la giornata del verdetto per gli spacciatori di droga arrestati nell’ambito dell’operazione denominata Demetra, ma il Giudice dell’udienza preliminare Carla Valenti è entrata nell’aula e dopo l’appello ha comunicato che non è riuscita a tirare le somme sul conto degli imputati per i troppi impegni affrontati nei giorni scorsi per cui ha rinviato la lettura del dispositivo di sentenza all’udienza del prossimo 14 marzo.
Pubblica accusa e Difese nelle scorse settimane hanno illustrate le proprie strategie processuali auspicando il Pubblico Ministero la condanna dei trafficanti e degli spacciatori di droga e i difensori di escludere la sussistenza di un’associazione finalizzata a compiere i reati di traffico di sostanze stupefacenti ma di condannare i rispettivi clienti per detenzione e vendita di dosi di droga.
La richiesta di giudizio abbreviato secco è stata avanzata da Gianfranco Bottaro, 25 anni, difeso dall’avvocato Giorgio D’Angelo; Faical Baisari, 31 anni, difeso dall’avvocato Licinio La Terra Albanelli; Luigi Cacciatore, 26 anni, difeso dall’avvocato Giorgio D’Angelo; Tullio Caia, 36 anni, assistito dall’avvocato Alcifi del Foro di Catania; Nicolas Cassia, 29 anni, difeso dagli avvocati Giorgio D’Angelo e Andrea Gianninà; Steven De Simone, 28 anni, difeso dagli avvocati Puccio Forestieri e Junio Celesti; Angelo Drago, 45 anni, inteso “Pacchiarella”, difeso dall’avvocato Mario Di Marca; Stefano Fazio, 37anni, difeso dall’avvocato Sofia Amoddio; Mirko Giardina, 23 anni, difeso dall’avvocato Occhipinti del Foro di Catania; Alessio Inturri, 31 anni, difeso dall’avvocato Matilde Lipari; i fratelli Damiano Lentini, 32 anni e Rosario Roberto Lentini, 34 anni, difesi entrambi dall’avvocato David Buscemi; Daniele Cassia, 33 anni, difeso dagli avvocati Giorgio D’Angelo e Salvatore Leotta; Tommaso Liotta, 26 anni, difeso dall’avvocato Giorgio D’Angelo; Adriano Pirrone, 21 anni, difeso dall’avvocato Giorgio D’Angelo; Francesco Salemi, 52 anni, difeso dall’avvocato Giorgio D’Angelo; Dammy Urbino, 25 anni, difeso dall’avvocato Giorgio D’Angelo; Mirko Vaccarella, 27 anni, in precedenza difeso dall’avvocato Mario Di Marca adesso è assistito dall’avvocato Junio Celesti; Enzo Fabio Vinci, 26 anni, difeso dall’avvocato Giorgio D’Angelo; Giuseppe Serino, 25 anni, difeso dall’avvocato Salvatore Leotta.
Hanno optato per il processo ordinario gli imputati Manolito Aimone, 44 anni, difeso dall’avvocato Michele Mascellaro; Pasquale Salerno, 24 anni, difeso dall’avvocato Puccio Forestiere; Ugo Luca Pugliara, difeso dall’avvocato Giorgio D’Angelo; Francesco Di Mari, difeso dall’avvocato Davide Bondì e Corrado Casella, assistito dall’avvocato Luca Ruaro.
Il Pubblico Ministero Alessandro La Rosa, a conclusione della requisitoria, ha chiesto la condanna dei 25 trafficanti e spacciatori di droga di Via Italia 103 e di Via Immordini – case parcheggio. In particolare ha chiesto la condanna alla pena di 20 anni di reclusione ciascuno per Corrado Greco, 37 anni, Alessio Visicale, 23 anni, inteso “Escobar”, Daniele Cassia, 33 anni, e Angelo Drago, 45 anni, inteso Pacchianella.
Il Pubblico Ministero ha, inoltre, chiesto la condanna a 16 anni di reclusione per Nicolas Cassia, 29 anni, nonché la pena di 12 anni di reclusione ciascuno per Stefano Fazio, 37 anni, Angioletto Latina, 26 anni, Adriano Pirrone, 21 anni, Mirco Vaccarella, 27 anni, Rosario Roberto Lentini e per Enzo Fabio Vinci, 26 anni. Ed ancora, la pena di 10 anni di reclusione ciascuno è stata richiesta per Gianfranco Bottaro, 25 anni, Luigi Cacciatore, 26 anni, Tullio Caia, 36 anni, Pietro Di Mari, Alessio Inturri, 31 anni, Damiano Lentini, 32 anni, Tommaso Liotta, 26 anni, Francesco Salemi, 52 anni, Giuseppe Serino, 25 anni.
La condanna alla pena di dieci anni e otto mesi di reclusione è stata avanzata per Faisal Baisari, mentre la condanna alla pena di otto anni di reclusione ciascuno il rappresentante della pubblica accusa l’ha richiesta per Steven De Simone, 28 anni, Mirco Giardina, 23 anni, Danny Urbino. Infine, la condanna a quattro anni di reclusione è stata richiesta per Carmelo Campisi che, in sede di interrogatorio di garanzia, ha reso dichiarazioni autoaccusatorie e accusatorie nei confronti di alcuni trafficanti di droga.
Dal Tribunale di Siracusa vengono processati Manolito Aimone, 44 anni, difeso dall’avvocato Michele Mascellaro; Pasquale Salerno, 24 anni, difeso dall’avvocato Puccio Forestiere; Ugo Luca Pugliara, difeso dall’avvocato Giorgio D’Angelo; Francesco Di Mari, difeso dall’avvocato Davide Bondì e Corrado Casella, assistito dall’avvocato Luca Ruaro.
L’operazione antidroga denominata “Demetra” venne effettuata dai Carabinieri del Comando provinciale e dagli agenti della Squadra Mobile in esecuzione di una ordinanza cautelare emessa dal Giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Catania, Santino Mirabella, su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia. Il Gip Mirabella dispose la misura cautelare della custodia in carcere per 27 trafficanti di sostanze stupefacenti che operavano nelle piazze di spaccio di Via Italia 103 e Via Immordini-Case parcheggio.
Le accuse contestate agli imputati sono quelle di associazione finalizzata al traffico degli stupefacenti e di detenzione e spaccio di droga, cocaina in particolar modo. Ad Alessio Visicale, Corrado Greco, Daniele Cassia e Angelo Drago, detto Pacchiarella, tutti componenti del gruppo di Via Italia 103 e a Nicolas Cassia, leader del gruppo delle Case Parcheggio di Via Immordini viene anche contestata l’aggravante di essere i promotori delle due bande dedite al traffico degli stupefacenti.
Inoltre a una parte del gruppo di Via Italia 103, tra cui Alessio Visicale, viene anche contestato il reato di estorsione con l’aggravante del metodo mafioso per avere sottoposto alla pratica dei pizzo gli ambulanti della Fiera del Mercoledì, ai quali imponevano di pagare la somma di trenta euro a settimana a titolo di indennizzo per i mancati introiti della vendita di cocaina in quanto quando c’era la fiera i consumatori di droga se la facevano alla larga dalla Via Italia.
Contro gli imputati alla sbarra si è pure schierato l’ex capo della piazza di spaccio del Bronx, Francesco Capodieci, detto Cesco, il quale, interrogato dal Pubblico Ministero Alessandro Sorrentino, ha detto di conoscerli come spacciatori di sostanze stupefacenti nelle piazze dello spaccio di Via Italia 103 e di Via Immordini. Francesco Capodieci si è soffermato a parlare di quelli che rivestivano il ruolo di promotori del traffico di droga nelle due piazze di spaccio e ha parlato a lungo anche di quelli che hanno sottoposto ad estorsione i venditori ambulanti che prestavano la loro opera alla Fiera del Mercoledì, indicando comunque in Andrea Cassia il principale responsabile mentre gli altri accoliti erano soltanto degli esecutori d’ordini, anche se personaggi di spicco nella piazza di spaccio di Via Italia 103.
Gli hanno mostrato la foto numero 1 e Cesco Capodieci ha riconosciuto “Manolo (Aimone): so che abita in via Italia; ho saputo da Franco Salemi che Manolo svolgeva il ruolo di turnista e di custode dello stupefacente in Via Italia per conto di Alessio Visicale. Fino a quando ero in libertà, nel febbraio 2018, non credo che svolgesse tali attività. Io lo conoscevo come un raccoglitore di rottami ferrosi. Ritengo, quindi, che abbia iniziato immediatamente dopo il mio arresto a lavorare nella piazza di spaccio di Via Italia. A dirmi del ruolo svolto da Manolo nella piazza di spaccio di Via Italia è stato Franco Salemi, durante un dialogo che abbiamo avuto all’interno della Casa Circondariale di Cavadonna.
Sulla foto numero 2 il collaboratore di giustizia afferma: non ricordo il nome, dovrebbe essere un soggetto di origini tunisine e lo ricordo veniva da noi al Bronx a comprare palline di cocaina per uso personale. (La foto numero è quella di Faical Baisari di 32 anni).
Nella foto tre il pentito riconosce Gianfranco Bottaro. E aggiunge: lo conosco da lungo tempo. Faceva parte del gruppo di Gianfranco Urso. Quando Gianfranco Urso, per motivi di salute, si prese una pausa, il Bottaro iniziò a lavorare come turnista per Corrado Greco, Angelo Drago e Danielino Cassia nella piazza di spaccio di Via Italia. Prima il Bottaro faceva le estorsioni con il metodo del cavallo di ritorno insieme a Giuseppe Serino e Angelo Latino per conto di Corrado Greco, Angelo Drago e Danielino Cassia. Rubava moto di grosse cilindrata e poi chiedeva l’estorsione per restituirle. Spesso andavo nella piazza di spaccio di Via Italia per incontrare Corrado Greco, Danielino Cassia e Angelo Drago per discutere dello spaccio delle sostanze stupefacenti e mi hanno parlato loro di Gianfranco Bottaro. Quandi ai tre è subentrato Alessio Visicale il Bottaro si trovava in carcere a seguito dell’operazione “Aretusa”, ma poi è uscito agli arresti domiciliari e si è messo a disposizione di Alessio Visicale e custodiva lo stupefacente. Era stipendiato da Alessio Visicale.
Riguardo alla foto numero 4, il pentito afferma di non conoscerlo (Si tratta di Luigi Cacciatore).
Nella foto numero 5 invece riconosce Tullio Caia. E specifica: è un turnista del gruppo di Via Italia. L’ho visto personalmente spacciare cocaina e hashish nella piazza di spaccio di Via Italia fino al momento del mio arresto, nel febbraio 2018. Conoscevo il Caia da lungo tempo. So che il fratello è in carcere al Nord Italia per diversi reati. Quando ero responsabile della piazza di spaccio del Bronx mi recavo spesso nella piazza di spaccio di Via Italia sia per controllare mia figlia che frequentava stabilmente una comitiva di cui era componente Giuseppe Serino, suo fidanzato, sia per parlare degli affari legati al traffico della droga.
Nella foto numero 6 il pentito Capodieci ha detto: si tratta di un soggetto che conosco come Campisi detto Martufu. Lo conosco da tempo. Posso dire che fino al mio arresto, avvenuto nel febbraio 2018, questo Campisi era solito frequentare la Via Italia ma non saprei dire se spacciava. Ricordo che veniva da noi, nella piazza del Bronx, per comprare le palline di cocaina. Successivamente al mio arresto, non sono in grado di riferire alcunché sul Martufu. (l’uomo ripreso nella foto è Carmelo Campisi di 42 anni).
Il pentito Capodieci non conosce l’uomo della foto numero 7. (per la cronaca di tratta di Corrado Casella di 43 anni).
Nella foto numero 8 il pentito dichiara che riconosce trattarsi di Daniele Cassia. E aggiunge: lo conoscevo dagli anni Duemila tramite Andrea Cassia. E’ stato arrestato nel 2008, se non sbaglio, ed è uscito nel 2015 e subito si è occupato di far funzionare la piazza dello spaccio di Via Italia. In quel periodo c’erano, però, altre tre piazze molto attive: quella del Bronx, quella della Tonnara e quella di Via Algeri. Quindi il Cassia si dedicò a fare estorsioni con il metodo del cavallo di ritorno. Questa attività veniva comunque compiuta in nome di Andrea Cassia per il suo mantenimento. Nel 2016 è uscito dal carcere Corrado Greco ed il Cassia Daniele ha cominciato a collaborarlo per rafforzare la piazza di spaccio di Via Italia. Nel 2017 è ritornato in libertà anche Angelo Drago, che divenne uno dei tre responsabili della piazza. Il Drago, inoltre, ricevuto mandato da Andrea Cassia, mentre era detenuto nel carcere di Agrigento, di fare le estorsioni alla fiera del mercoledì in Via Bosco Minniti. Il Drago veniva spesso a trovarmi al Bronx perché, su indicazione e richieste di Andrea Cassia, gli facevo la cortesia di acquistare l’hashish che io spacciavo al Bronx. Il Drago mi confidò che il primo giro per imporre le estorsioni al mercatino del mercoledì lo avevano fatto lui stesso, Corrado Greco, Massimo Salemi e Danielino Cassia, mentre successivamente a raccogliere il denaro andavano Giuseppe Serino, Tullio Cassia, Angelo Latina, Massimo Salemi e Danielino Cassia. Il quale è stato arrestato alla fine del 2017 ed è ritornato in libertà nel 2019 quando la reggenza della piazza di spaccio di Via Italia è stata data ad Alessio Visicale. Daniele Cassia si occupava della piazza di spaccio di Via Immordini insieme a Nicolas Cassia e Steven De Simone. Cassia e Visicale acquistavano insieme la sostanza stupefacente che però poi veniva gestita autonomamente. La piazza era attiva nel 2016 e si occupava di hashish. Poi con Danielino Cassia la piazza di Via Italia si è occupata anche di crack, marijuana e cocaina e ne ho poi avuto la conferma sia da Corrado Greco che parlando direttamente con Danielino Cassia tramite i telefoni di cui disponevamo i detenuti a Cavadonna.
Nella foto numero 9 il pentito Capodieci riconosce Nicolas Cassia, che definisce “attuale responsabile della piazza di spaccio delle Case parcheggio”. E aggiunge: fu il Cassia, unitamente a Steven De Simone, ad avviare la piazza di spaccio che, inizialmente, nel 2016, vendeva solo hashish. Successivamente si sono occupati anche di crack, cocaina e marijuana. Che io sappia la piazza di spaccio, sino ad ottobre 2020, era attiva come ho potuto accertare parlando al telefono con Corrado Rizza, Massimo Di Natale, Sebastiano Capodieci che erano detenuti e che mi proponevano di ricominciare a spacciare. Io in quel momento mi trovavo ai domiciliari in Calabria, ma negai la mia disponibilità.
Nella foto 10 il pentito Capodieci riconosce Stefen De Simone. E dichiara: il De Simone unitamente a Nicolas Cassia ha attivato la piazza di spaccio di Via Immordini-Case parcheggio. Almeno sino ad ottobre 2020. E’ stato con Nicolas Cassia il responsabile come ho saputo, sempre parlando al telefono con Corrado Rizza, Massimo Di Natale e Sebastiano Capodieci i quali mi chiamavano mentre mi trovavo ai domiciliari in Calabria per dirmi di riprendere l’attività di spaccio. Ma, come ho già detto, negai la mia disponibilità.
Nella foto 11 riconosce, forse, Concetto Magnano. Il quale nel 2018, ricordo, che faceva furti per conto del gruppo di Via Italia, commetteva sia furti in appartamenti che di veicoli. Era un acquirente di sostanze stupefacenti presso la nostra piazza di spaccio del Bronx, dove veniva spesso presentandosi con gli stessi veicoli rubati. (Quello indicato nella foto 11 è invece Francesco Di Mari, 24 anni).
Nella foto numero 12 il pentito Capodieci dice che si tratta di Pietro Di Mari. E aggiunge: quando io ero libero lui non spacciava, era dedito a furti e rapine. Io l’ho conosciuto in carcere nel 2010, a Cavadonna. Era comunque vicino a Nicolas Cassia perché abitava nella zona delle Case parcheggio, nello stesso stabile del Cassia.
Nella foto 13 riconosce Angelo Drago, inteso “Pacchiarella”. E dichiara: era uno dei responsabili del gruppo di Via Italia. Dalla sua carcerazione, avvenuta nel 2017 e sino al 2018, quando fu poi colpito da un ordine di carcerazione, il Drago si occupava sia delle estorsioni alla Fiera del Mercoledì in Piazza San Metodio sia della cessione di droga, anche nella piazza del Bronx; ed in qualche occasione mi ha ceduto per spacciarli qualche chilo di hashish e della cocaina. A prescindere da chi materialmente le metteva in atto o prelevava il denaro le estorsioni erano perpetrate per conto del reggente della Via Italia, Andrea Cassia.
Nella foto 14 il pentito riconosce un soggetto soprannominato 33, di cui però non ricorda né il nome né il cognome. Aggiunge che il cosiddetto 33 in precedenza vendeva frutta ai Marinaretti “ma poi quando lo incontrai presso la sala d’attesa del carcere, nel 2019, mi disse che era stato sorpreso a spacciare cocaina per conto del gruppo di Via Italia, e di Alessio Visicale, dove lavorava come turnista (la foto 14 è quella di Stefano Fazio di 38 anni).
Nella foto numero 15 il pentito non riconosce persona di sua conoscenza (si tratta di Mirco Giardina di 24 anni).
Nella foto numero 16 riconosce Corrado Greco, che indica come un responsabile del gruppo di Via Italia, dal 2016 e sino al momento del suo arresto nel 2019, quando è stato arrestato per detenzione di cocaina. Poi è uscito essendo stato sottoposto agli arresti domiciliari e ha continuato a gestire la piazza di spaccio di Via Italia insieme ad Alessio Visicale. La sua detenzione fece sì che il Visicale scalasse le gerarchie del gruppo, per cui Greco, tornato in libertà, aveva sempre una posizione di vertice, ma subordinata al Visicale.
Il pentito non conosce persona di sua conoscenza nella foto numero 17 (si tratta di Alessio Inturri di 32 anni).
Nella foto 18, invece, Capodieci riconosce Angelo Latina, cognato di Danielino Cassia. E aggiunge: l’ho conosciuto bel 2016 allorquando si distinse per la sua capacità di mettere in atto danneggiamenti, nonché incendi di veicoli e attività commerciali, nonché furti ed estorsioni con il metodo del cavallo di ritorno. Sono a conoscenza che effettuava danneggiamenti anche con esplosione di colpi d’arma da fuoco verso le saracinesche dei negozi. Sino al 2018 lavorava presso la piazza di spaccio del gruppo di Via Italia.
Nella foto 19 il pentito non riconosce persona di sua conoscenza (si tratta di Damiano Lentini di 33 anni).
Riguardo alla foto numero 20 il pentito Capodieci dichiara: non conosco il nome ma lo conosco come assuntore di sostanze stupefacenti ed era un acquirente nella nostra piazza, ricordo che acquistava prevalentemente cocaina (la foto è quella di Rosario Roberto Lentini di 35 ani).
Per quanto riguarda la foto numero 21 il pentito Capodieci dichiara: “non ricordo il nome, ricordo però che ha lavorato presso la nostra piazza del Bronx per un solo giorno perché a suo dire era troppo stancante. L’ho poi visto nel 2018, prima del mio arresto in Via Immordini-Case parcheggio, seduto su un divano dove spacciava cocaina.
Nella foto 22 il pentito riconosce tale Pirrone “ma non ricordo il nome. Sino al 2018, prima del mio arresto, faceva da turnista-spacciatore di Via Italia, per conto di Alessio Visicale e io l’ho visto personalmente spacciare più volte.
Nella foto 23 riconosce Pugliara “ma non ricordo il nome di battesimo. Lo chiamavo “picciriddu” perché il padre era proprietario di un chioschetto in piazza Pancali. Posso dire che il Pugliara acquistava stupefacente del tipo cocaina nella piazza del Bronx. Ciò detto non sono in grado di aggiungere altro (il Pugliara si chiama Ugo Luca di 25 anni).
Nella foto 24 il pentito riconosce Francesco Salemi e aggiunge: sino al 2018 ha lavorato come turnista presso la piazza del Bronx. Successivamente ha iniziato a lavorare come custode della cocaina presso la piazza di spaccio di Via Italia gestita da Alessio Visicale. Me l’ha detto lui stesso quando lo incontrai a Cavadonna, nel 2019. E’ lo zio di Alessio Visicale.
Riguardo alla foto 25 il pentito dice di non conoscere persona di sua conoscenza (si tratta di Pasquale Salerno, 25 anni).
Nella foto 26 riconosce Giuseppe Serino e dichiara: è il convivente di mia mia figlia Federica. Lavora come turnista presso la piazza di spaccio di Via Italia sin dal 2013 e fino ai mesi estivi del 2020, ove veniva pagato 200 euro alla settimana da Alessio Visicale.
Riguardo alla foto numero 28 il pentito non riconosce persona di sua conoscenza (si tratta di Danny Urbino di 26 anni).
Anche in merito alla foto 28 il pentito non è sicuro di chi si tratta. Dice, però, “non so il nome, l’ho però visto che lavorava come turnista nelle piazze di spaccio della Tonnara e di Via Italia nel 2015 e nel 2016. Poi credo che l’abbiano arrestato più volte”. (quello della foto è Mirko Vaccarella di 28 anni).
Nella foto 28 riconosce Enzo Vinci. Sino al momento del mio arresto, febbraio 2018, lo vedevo in compagnia di… entrambi dediti ai furti e allo spaccio di droga, principalmente in Ortigia per conto proprio.
Nella foto 30 il pentito Francesco Capodieci riconosce Alessio Visicale, inteso “Escobar”: è genero di Andrea Cassia. Lo conosco da lungo tempo. Nel 2016 gli vendevo cinque chili di hashish ogni mese che lui provvedeva a spacciare per conto suo. Nel 2018 sono state eseguite dalle forze dell’ordine le ordinanze nei confronti degli spacciatori coinvolti nelle operazioni antidroga denominate Tonnara e Bronx per cui il gruppo guidato da Alessio Visicale aveva preso il sopravvento sulle altre organizzazioni e anche la piazza di Via Algeri si indebolì a causa dei contrasti tra i fratelli Genova. Inoltre venne arrestato Angelo Drago e Daniele Cassia si trovava già detenuto, mentre nella piazza di Via Italia era rimasto come responsabile soltanto Corrado Greco. A quel punto, Andrea Cassia decise che il Visicale doveva diventare l’unico responsabile della piazza di Via Italia 103. E così fu. Oltre a quella di Via Italia 103 Alessio Visicale prese il controllo delle piazze di spaccio di Via Cannizzo e di Via Immordini-Case parcheggio. Il Visicale gestiva le piazze secondo un metodo “napoletano”, in stile Gomorra, anche con esplosione di colpi di arma da fuoco, a titolo dimostrativo, come ad esempio fece nei confronti di Agostino Urso e di un certo Lillo Giarratana. L’indebolimento delle altre piazze e per questo suo metodo di gestione del traffico di droga, nel corso del tempo il Visicale acquisì sempre maggiore forza e riusciva a vendere ingenti quantitativi di droga, che gli fruttavano decine e decine di migliaia di euro alla settimana.
(nella foto Alessio Visicale, detto Escobar)