Siracusa. Si è aperta questa mattina, lunedì 14 marzo, intorno alle ore 12,30, l”udienza preliminare al termine della quale il Gup Carmen Scapellato dovrà decidere se rinviare a giudizio Giancarlo De Benedictis, inteso negli ambienti dello spaccio “Carlo ‘a scecca” o proscioglierlo per non avere commesso l’omicidio di Angelo De Simone, 27 anni, avvenuto il 16 febbraio 2016. L’imputato, detenuto nella Casa Circondariale di Ragusa per la condanna a 19 anni inflittagli dalla Corte d’Appello di Catania che lo ha riconosciuto colpevole di associazione finalizzata al traffico degli stupefacenti, è presente nell’aula, così come il suo difensore di fiducia, avvocato Sebastiano Troia, il Pubblico Ministero Gaetano Bono e l’avvocato David Buscemi, difensore dei genitori della vittina, costituitisi parte civile contro Giancarlo De Benedictis.
Dopo la costituzione delle parti il Gup Scapellato ha dato la parola al Pubblico Ministero per avanzare la sua richiesta. Il magistrato della Procura della Repubblica ha rinnovato la richiesta di rinvio a giudizio di Giancarlo De Benedictis, dinanzi alla Corte d’Assise di Siracusa, per difendersi dall’accusa di omicidio volontario aggravato dai futili motivi in danno di Angelo De Simone. Secondo il rappresentante della pubblica Giancarlo De Benedictis avrebbe ucciso il De Simone per due causali: la prima, quella passionale, in quanto si sarebbe vendicato dell’affronto ricevuto dal ventisettenne, che, sapendolo in carcere, avrebbe insidiato sua moglie riuscendo ad intrattenere con quest’ultima una relazione amorosa; la seconda, per non avere pagato 100 grammi di cocaina all’ex reggente del clan “Bottaro-Attanasio”, Luigi Cavarra, poi divenuto collaboratore di giustizia e stroncato da un tumore maligno nella località segreta in cui lo Stato lo proteggeva. droga che gli avrebbe fatto recapitare attraverso Franco Pellizzeri, titolare del ristorante Ostrica Park, ubicato in contrada Isola.
Il ventisettenne fu picchiato dagli assassini con una mazza da baseball, mentre si trovava all’interno dell’abitazione dei genitori, nei pressi dello stadio De Simone, zona Borgata. Chi lo ha ucciso ha mirato a colpire con inaudita violenza i testicoli del De Simone, determinandone la perdita di sensi e un’emorragia interna. Nonostante fosse ancora vivo, gli assassini hanno simulato l’impiccagione della vittima, legandogli attorno al collo un laccio per poi appenderlo ad un gancio. Il corpo privo di vita è stato rinvenuto all’esterno della casa dalla madre la quale non ha mai creduto al suicidio. E’ stato l’avvocato David Buscemi a dimostrare che non era fondata l’ipotesi del suicidio. Le sue indagini difensive convergevano per l’ipotesi dell’omicidio volontario. Il giovane penalista, carte alla mano, si è per ben tre volte opposto all’archiviazione avanzata dai Pubblici Ministeri Davide Lucignani e Vincenzo Nitti, che si sono occupati delle indagini sulla morte di Angelo De Simone prima che il fascicolo venisse assegnato al loro collega dottor Gaetano Bono. Quest’ultimo, ritenendo credibile l’ipotesi dell’omicidio, ha fatto riesumare il cadavere di Angelo De Simone e ha chiesto al medico legale dottor Giuseppe Ragazzi di effettuare l’autopsia e una Tac ai testicoli i cui esiti hanno determinato l’incriminazione di Giancarlo De Benedictis quale presunto autore dell’omicidio del ventisettenne.
L’avvocato David Buscemi, in qualità di legale delle parti civili, si è associato alla richiesta di rinvio a giudizio avanzata dal Pubblico Ministero Gaetano Bono, sostenendo che sono credibili le dichiarazioni rese dai pentiti Graziano Pasquale Urso, Mattia Greco e Franco Satornino i quali propendono per la ipotesi del delitto passionale anzichè per quella del mancato pagamento dei cento grammi di cocaina che doveva consegnare a Luigi Cavarra. Il Pubblico Ministero Bono ha indicato dei testimoni, a suo dire attendibili, anche per dimostrare la veridicità dell’ipotesi del mancato debito della fornitura dei cento grammi di cocaina.
A seguito degli interventi del Pubblico Ministero Gaetano Bono e dell’avvocato Davive Buscemi ha preso la parola Giancarlo De Benedictis il quale ha chiesto di volersi sottoporre all’esame sia del Gup Carmen Scapellato sia del rappresentante della pubblica accusa nonchè del difensore delle parti civili in quanto intende dimostrare la sua assoluta estraneità all’omicidio di Angelo De Simone, sostenendo che è priva di fondamento la causale passionale. Su quella della droga, ha aggiunto Carlo ‘a scecca, lui non deve dimosrare un bel niente giacchè è una storia che ruota attorno a Luigi Cavarra con il quale non aveva dei buoni rapporti essendo stato da quest’ultimo malmenato nel periodo in cui entrambi frequentavano la piazza di spaccio del Bronx. Giancarlo De Benedictis, per l’ipotesi del delitto commesso per un debito di droga, annuncia che chiamerà a testimoniare l’ex leader del gruppo che spacciava nella piazza del Bronx Francesco Capodieci, che dovrebbe confermare il pestaggio subito dall’imputato da parte di Luigi Cavarra prima di inizare il suo percorso di collaboratore di giustizia.
Alla luce della richiesta formulata da “Carlo ‘a scecca”, condivisa dal suo difensore di fiducia, avvocato Sebastiano Troia, il Gup Carmen Scapellato ha rinviato l’udienza preliminare al 23 maggio prossimo per l’esame dell’imputato.
(nella foto Angelo De Simone)