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Appello del notaio Coltraro contro la condanna: la Corte annulla la citazione ritenuta illegittima dalla Difesa

CronacaAppello del notaio Coltraro contro la condanna: la Corte annulla la citazione ritenuta illegittima dalla Difesa

Catania. I giudici della Seconda Sezione della Corte d’Appello hanno annullato la citazione del notaio Giambattista Coltraro, accogliendo in tal modo la eccezione dei difensori dell’imputato i quali ritenevano illegittima la notifica che intimava all’ex deputato regionale all’Ars di presentarsi innanzi al Collegio giudicante alla scorsa udienza del 1 marzo. A sollevare la eccezione sono stati gli avvocati Valerio Vancheri e Roberto Craveia, difensori del notaio Coltraro e adesso la Corte d’Appello ha sciolto la riserva dichiarando illegittima la citazione contestata dai legali dell’imputato. La Corte ha rinviato il processo di secondo grado a carico del notaio Giambattista Coltraro all’udienza del 10 maggio prossimo.
In primo grado l’ex parlamentare regionale è stato riconosciuto colpevole dei reati di falsità materiale e ideologica dal Giudice Monocratico Carla Frau, in servizio al Tribunale di Siracusa, ed è stato condannato alla pena di sei anni e cinque mesi di reclusione. Il professionista è stato anche condannato al pagamento delle spese processuali, al risarcimento dei danni in favore delle parti civili da liquidarsi dal Tribunale Civile di Siracusa e all’interdizione dai pubblici uffici per la durata di cinque anni.
Il Pubblico Ministero Tommaso Pagano, a conclusione della requisitoria, aveva chiesto la condanna del notaio Coltraro alla pena di cinque anni e sei mesi di reclusione.
Le Difese delle parti civili si erano associate alla richiesta del magistrato della Procura di Siracusa e, inoltre, avevano chiesto al Giudice Monocratico Carla Frau di condannare il notaio Coltraro al risarcimento dei danni in favore dei rispettivi clienti. Il Giudice Monocratico ha accolto la richiesta e ha condannato l’imputato a risarcire i danne e le spese di giudizio all’avvocato Vito Antonio Brunetto e risarcire Giuseppa Lo Presti; all’avvocata Luciana Franco e risarcire la società Cooperativa Unione a.r.l. e Salvatore Antonio Vacante; all’avvocata Daniela Antonia Bandiera e risarcire Salvatore Ira; all’avvocata Nicoletta Castiglia e risarcire Alfio Mangiameli; all’avvocato Attilio Floresta e risarcire Angelo Modica e Gaetano Sciuto; all’avvocata Caterina Marangia e risarcire Grazia Del Popolo; all’avvocata Donatella Fanciullo e risarcire Michele Fuccio, Gaetano Fuccio e Maria Biagia Troia; all’avvocato Sebastiano Grimaldi e risarcire il Comune di Carlentini; all’avvocato Giuseppe Di Maria e risarcire Giulia Maria Lazzara e Antonino Lazzara; all’avvocata Cristina Calì e risarcire Giuseppe Li Rosi, Enrico Li Rosi, Maria Rosa Li Rosi e Cosimo Li Rosi; all’avvocato Luca Miccichè e risarcire Angelo Di Falco; all’avvocato Santi Terranova e risarcire Rosaria Amato, Giuseppe Amato, Carmelo D’Amico, Carmelina Bonomo, Maria Concetta D’Amico, Caterina D’Amico, Fabio D’Amico, Michele Cavalli, Nunziata Concetta Cavalli, Senzia Cavalli, Salvatore Di Mari e Alfio Di Mari.
Dal Giudice Monocratico Carla Frau è stata dichiarata la falsità dei contratti rogati dal notaio Coltraro disponendo che i medesimi siano cancellati dai Pubblici Registri Immobiliari e da quelli del Catasto dei Beni Immobili: atto del 9 maggio 2012 tra Silvano Carcione e Rosita Fraccomo Calanni; atto del 9 maggio 2012 tra Francesco Carcione e Antonino Carcione classe 1976; atto dell’8 novembre 2012 tra Sebastiano Carcione e Concetta Cumia; atto del 31 agosto 1912 tra Michele Ausilio e Antonino Carcione; atto del 20 dicembre 2012 tra Carmelo Bonaccorso e Antonino Carcione e atto del3 maggio 2013 tra Concetta Carcione e Monia Lanza. Il Giudice Monocratico Carla Frau ha rigettato la domanda di provvisionale avanzata dalle parti civili. Infine,il Giudice si è preso 90 giorni di tempo per il deposito della motivazione. E ha ordinato che nel termine di mesi tre sia effettuata la pubblicazione della sentenza per estratto, purchè con specifica indicazione dei contratti dei quali è dichiarata falsità, mediante affissione nei comuni di Carlentini e Lentini, nel sito Internet del Ministero della Giustizia e sul giornale La Sicilia, ponendo le spese a carico del notaio Coltraro.
I difensori del notaio Coltraro, avvocato Valerio Vancheri del Foro di Siracusa e avvocato Roberto Craveia del Foro di Milano avevano chiesto l’assoluzione con formula piena da tutti i reati di falso ideologico e materiale contestati al loro cliente.
Contro la sentenza della Giudice Carla Frau hanno proposto appello i difensori del notaio Coltraro per chiedere alla Corte di annullare la condanna e assolvere il loro assistito.
L’operazione “Terre Emerse” venne effettuata dai Carabinieri della Compagnia di Augusta che arrestarono il pastore Antonino Carcione e altri componenti del suo nucleo familiari. A processo, dinanzi al Collegio del Giovedì, presidente Giuseppina Storaci, si trovano attualmente 27 persone in quanto coinvolte nell’operazione “Terre Emerse”.
Tra gli indagati di quella operazione dei Carabinieri figurava anche il notaio Coltraro, la cui posizione venne stralciata da quella dei 27 imputati. Il notaio Coltraro inizialmente è stato colpito dalla misura dell’interdizione dall’attività professionale per la durata di dieci mesi, disposta a suo carico dal Gip Giuseppe Tripi, misura poi confermata dai giudici del Riesame di Catania e dalla Corte di Cassazione. A conclusione delle indagini preliminari, accogliendo la conforme richiesta avanzata dal Pubblico Ministero Tommaso Pagano, il Giudice dell’udienza preliminare Michele Consiglio ha disposto il rinvio a giudizio del notaio, che all’epoca era difeso dall’avvocato Giuseppe Calafiore. L’ex deputato regionale si è sempre protestato innocente e danneggiato dalla misura interdittiva cui è stato sottoposto in quanto ha praticamente perso quasi tutta la clientela. Infatti, per i magri affari registratisi dopo aver scontato i dieci mesi di interdizione dall’attività professionale il notaio si è visto costretto a chiudere gli studi di Augusta, Priolo e Noto per la drastica riduzione di clienti e si è trasferito in Lombardia dove ha aperto uno studio in un comune dell’hinterland di Milano. Nonostante le pronunce a lui contrarie del Tribunale del Riesame e della Corte di Cassazione, il notaio Coltraro ha continuato a protestare la propria innocenza riguardo alle accuse che gli vengono contestate, cioè di avere redatto degli atti di acquisto di terreni incolti a favore dei componenti del clan familiare di Antonino Carcione di Carlentini senza aver accertato, però, se i legittimi proprietari avessero ceduto i beni ai presunti acquirenti.