Siracusa. Per il 39enne Danilo Rugani è arrivata la seconda condanna. La prima risale a un anno fa per il ferimento dello spacciatore di sostanze stupefacenti Marco Cavaleri, 56 anni, e, al termine del processo celebrato con il rito abbreviato, condannato a due anni e quattro mesi di reclusione. La seconda è stata pronunciata questa mattina, martedì 12 aprile, dal Giudice dell’udienza preliminare Andrea Migneco che ha inflitto al Rugani la pena di due anni e sei mesi di reclusione per detenzione illegale di due pistole semiautomatiche calibro 7,65 modificate ed entrambe complete di cartucce. Il Pubblico Ministero Stefano Priolo, a conclusione della requisitoria, aveva chiesto al Gup Migneco di infliggere la pena di tre anni di reclusione al Rugani. Il difensore dell’imputato, avvocato Junio Celesti, aveva chiesto il minimo della pena e la diminuente prevista dal rito abbreviato. Al termine della camera di consiglio, il Gup Migneco ha riconosciuto colpevole Danilo Rugani e lo ha condannato alla pena di due anni e sei mesi di reclusione.
Anche dinanzi al Gup Migneco l’imputato ha sostenuto di essersi procurato le due pistole per potersi difendere nel caso in cui qualcuno avesse attentato alla sua vita. Danilo Rugani non ha mai pronunciato il nome del suo eventuale attentatore ma si deve necessariamente pensare che teneva l’eventuale vendetta da parte di Marco Cavaleri contro il quale lui ebbe ad esplodere un colpo di pistola alle gambe. Il Gup Migneco, tuttavia, non ha ritenuto credibile la versione del Rugani e lo ha condannato per la detenzione illegale delle due pistole.
Questa stessa versione il Rugani l’aveva riferita nel corso dell’udienza di convalida dell’arresto, svoltasi innanzi al Giudice delle indagini preliminari Salvatore Palmeri, il quale, però, come oggi ha deciso il suo collega Andrea Migneco, non ritenne credibile la tesi dell’arrestato e dispose nei suoi confronti la misura della custodia cautelare in carcere come, peraltro, aveva chiesto il Pubblico Ministero Maria Chiara Vedovato.
L’arresto del Rugani è stato effettuato dagli agenti delle Volanti. I poliziotti si sono presentati a casa dell’arrestato per effettuare un controllo di routine, attesa la circostanza che lo stesso si trovava ai domiciliari per aver ferito, nel gennaio scorso, Marco Cavaleri, con un colpo di pistola.
I poliziotti si erano insospettiti perché il detenuto tardava ad aprire la porta di casa in quanto udivano un rumore come di un oggetto metallico che cadeva sul pavimento.
Poco dopo, quando Rugani si decideva ad aprire il portone di casa, gli agenti notavano che l’uomo mal celava un certo nervosismo e, pertanto, decidevano di effettuare un’accurata perquisizione domiciliare.
In effetti, lo spunto investigativo dava risultati positivi in quanto gli uomini delle Volanti rinvenivano, in un mobile posto nel corridoio dell’abitazione, due pistole semi-automatiche calibro 7,65 modificate e relativi caricatori, riforniti con munizionamento del medesimo calibro.
Pertanto, dopo le incombenze di legge e su disposizione del magistrato di turno alla Procura della Repubblica di Siracusa, Danilo Rugani è stato condotto nella Casa Circondariale di Cavadonna.
Danilo Rugani il 18 gennaio 2021 venne arrestato dagli agenti della Squadra Mobile, in esecuzione di una misura cautelare personale emessa dal Giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Siracusa, su richiesta della Procura della Repubblica, poiché indagato per i reati di lesioni aggravate dall’uso dell’arma e dalla premeditazione e porto in luogo pubblico e detenzione di arma comune da sparo.
In particolare, nel primo pomeriggio dello scorso 14 gennaio, gli uomini della Squadra Mobile e delle Volanti della Questura di Siracusa sono intervenuti in una zona popolare, ubicata nella zona nord della città, per una segnalazione di persona riversa a terra, colpita da colpi di arma da fuoco. I poliziotti intervenuti si sono trovati davanti al pregiudicato Marco Cavaleri, che ha riferito di essere stato raggiunto da un colpo d pistola ad una gamba esploso da un uomo che, in sella ad una moto, gli si è avvicinato mentre luji rincasava da lavoro. Secondo Marco Cavaleri, Il centauro ha esploso il colpo di pistola mentre lui si trovava dinanzi alla la porta di ingresso della palazzina dove all’epoca risiedeva.
La vittima, trasportata presso l’ospedale “Umberto I”, è stata poi sottoposta ad un delicato intervento chirurgico al ginocchio ferito. I poliziotti, pertanto – coordinati dalla Procura della Repubblica di Siracusa che assumeva immediatamente la direzione delle indagini – iniziavano a visionare le telecamere di videosorveglianza della città. Dalla visione delle immagini, nei pressi dell’area dell’agguato, si notava il transito di un motociclo con a bordo un uomo, proprio negli istanti successivi alla gambizzazione della vittima.
Approfondendo il vissuto del ferito, gli investigatori concentravano le loro attenzioni su un operaio, Danilo Rugani, che abitava proprio nella zona ove si è svolto il fatto delittuoso. Quest’ultimo, fra le altre cose, aveva nella sua disponibilità un motociclo, del tutto identico a quello immortalato dalle telecamere di videosorveglianza. Inoltre, i poliziotti rinvenivano l’abbigliamento che indossava il centauro mentre passava dinanzi la telecamera. Gli agenti, sin dalle prime battute, verificavano delle palesi discordanze fra quanto l’uomo asseriva di aver fatto quella giornata con le risultanze di altri accertamenti, ed anche con la versione fornita da alcune persone. Danilo Rugani, probabilmente vistosi scoperto dall’azione investigativa, decideva di confessare l’accaduto, ammettendo di essere stato lui a sparare alla vittima, esternando le sue dichiarazioni dinanzi al Sostituto Procuratore della Repubblica di Siracusa Maria Chiara Vedovato, che coordina le indagini, motivando il suo gesto per motivi “personali”, e rancori fra lui e la vittima.
A seguito delle indagini condotte dagli uomini della Squadra Mobile di Siracusa, che fornivano un robusto quadro indiziario probatorio, il Pubblico Ministero Vedovato chiedeva al Gip presso il Tribunale di applicare la misura cautelare a carico di Rugani, poi sottoposto agli arresti domiciliari per la confessione.
(nella foto le due pistole rinvenute dai poliziotti a casa del Rugani)