Catania. I giudici del Tribunale del Riesame hanno rigettato la richiesta degli avvocati Paolo Signorello e Natale Vaccarisi, il primo difensore di Antonio Amore, 19 anni, e il secondo legale dei fratelli Paolo Salvatore Di Pietro, 18 anni, e Maurizio Junior Di Pietro, 21 anni, tesa a ottenere la sostituzione della misura cautelare della custodia in carcere con quella meno afflittiva degli arresti domiciliari. I giudici del Riesame si sono riservati sulle motivazioni della loro decisione per cui si dovranno attendere almeno 60 giorni per il deposito del provvedimento. I tre avolesi, accusati di duplice tentato omicidio ai danni di loro coetanei, sono stati arrestati dai Carabinieri di Avola in esecuzione ad una ordinanza di applicazione della misura cautelare della custodia in carcere emessa dal Giudice delle indagini preliminari Tiziana Carrubba. Prima di rivolgersi al Tribunale del Riesame di Catania i difensori dei tre avolesi avevano presentato istanza di concessione degli arresti domiciliari al Gip Carrubba, ma la loro istanza era stata rigettata, nonostante l’avvocato Paolo Signorelli l’aveva motivata per consentire allo studente dell’Alberghiero Antonio Amore, di poter svolgere gli esami di maturità che dovrebbe svolgere nel prossimo mese di giugno mentre l’avvocato Natale Vaccarisi aveva presentato l’istanza di scarcerazione dopo che il suo assistito, autore reo confesso dei colpi di pistola esplosi contro i due rivali, aveva fatto rinvenire l’arma che dopo l’attentato l’aveva gettata nei pressi della stazione ferroviaria. Ma anche quel tentativo di ottenere la scarcerazione dei tre indagati era andato a vuoto in quanto il Gip Tiziana Carrubba ha rigettato le loro domande, dopo aver raccolto il parere del Pubblico Ministero Andrea Palmieri, che era stato fortemente contrario all’accoglimento della richiesta di sostituire il carcere con gli arresti domiciliari.
Le indagini svolte dai Carabinieri hanno consentito di accertare che la notte tra il 12 e il 13 marzo un gruppetto di giovani avolesi, a seguito di un diverbio per futili motivi avvenuto all’interno di una discoteca con i tre arrestati, si è portato presso il Parco Robinson per continuare la discussione e, in tale ambito, Paolo Salvatore Di Pietro, sceso dall’autovettura presa a noleggio dai fratelli Di Pietro e dallo studente Amore, ha puntato una pistola verso l’auto occupata da una delle vittime che si è data alla fuga a piedi verso la spiaggia riuscendo ad evitare i colpi esplosi alle sue spalle. Successivamente, l’autore degli spari si è avvicinato ad un’altra vettura in sosta con all’interno un amico del ragazzo fuggito e, dopo avergli puntato la pistola alla tempia, gli ha sparato ad un ginocchio, dileguandosi poi con i due complici. Il giovane ferito è stato sottoposto a cure mediche presso l’Ospedale “Di Maria” di Avola. I Carabinieri, una volta ricevuta l’ordinanza di custodia in carcere emessa dal Gip Tiziana Carrubba, si sono messi alla ricerca dei fratelli Paolo Salvatore Di Pietro e Maurizio Junior Di Pietro, e del diciannovenne Antonio Amore, rintracciandoli presso le rispettive abitazioni, e, dopo gli adempimenti di rito, li hanno associati presso la Casa di Reclusione di Noto a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
Lo scorso 4 aprile, è stato sottoposto ad interrogatorio di garanzia il pistolero Paolo Salvatore Di Pietro, che si è collegato in video dal carcere di Noto con l’aula del Tribunale di Siracusa, ove erano presenti il Gip Tiziana Carrubba e il Pubblico Ministero Andrea Palmieri. Il giovane, che ha ammesso di avere esploso due colpi di pistola contro i suoi due antagonisti, si è avvalso della facoltà di non rispondere ma ha detto che intende chiarire la propria posizione successivamente quando verrà interrogato dal Pubblico Ministero.
Il successivo 7 aprile sono stati sottoposti ad interrogatorio di garanzia Maurizio Junior Di Pietro e Antonio Amore i quali, a differenza del pistolero, sono stati condotti dal carcere di Noto al Tribunale di Siracusa, dove sono poi comparsi innanzi al Gip Tiziana Carrubba. Entrambi hanno fatto il nome del pistolero e si sono protestati innocenti, negando gli addebiti a ciascuno contestati dai Carabinieri e dal Pubblico Ministero Palmieri.
(nella foto i Carabinieri di Avola cercano i bossoli della sparatoria avvenuta al Parco Robinson)