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Convegno del Kiwanis e delle Pro Loco a Noto: l’arte e la cultura nutrono gli animi e incrementano il turismo

SocietàConvegno del Kiwanis e delle Pro Loco a Noto: l’arte e la cultura nutrono gli animi e incrementano il turismo

Noto. L’arte e la cultura incrementano il turismo. Questa, in estrema sintesi, è la conclusione dell’interessante convegno, svoltosi a Palazzo Trigona, sul tema suggestivo “Arte e cultura, accendi la curiosità per nutrire gli animi”, organizzato dalla divisione Sicilia Sud est del Kiwanis club italiano, in collaborazione con le Unione delle associazioni Pro Loco d’Italia, particolarmente con quella della Pro Loco di Noto, rappresentata da Paolo Giarratana, di Siracusa e da Luca Fazzino, di Augusta, il cui presidente, Domenico Morello, ha aperto i lavori nella sua qualità di referente kiwaniano dell’iniziativa. Morello ha messo in luce “il deserto intellettuale”, provato durante la pandemia, a causa della chiusura di teatri, sale da concerto e altri luoghi per quel “cibo culturale” che nutre gli animi. Subito dopo Morello, l’assessore netino al turismo, Massimo Prado, ha trasmesso i saluti del sindaco Corrado Figura e ha ricordato che Noto si prepara a essere di nuovo centro di cultura, con la celebre infiorata dal 13 al 17 maggio. L’ex soprintendente siracusana Rosalba Panvini ha focalizzato il suo intervento sull’importanza della conoscenza del patrimonio culturale di qualsiasi genere e specificità. Poiché i beni culturali sono patrimonio di tutti, espressione dell’identità di un popolo e della sua cultura, la gente deve conoscere questo patrimonio, giacché solo attraverso la conoscenza è possibile esercitare un’azione di salvaguardia di tale patrimonio. Ci sono istituzioni museali dove, da oltre mezzo secolo, giacciono, decontestualizzati, oggetti, che fanno parte di materiali confiscati dalle forze di polizia, di cui i cittadini non possono prendere visione. A tal proposito, Panvini ha richiamato la cosiddetta Carta di Catania, cioè il decreto assessoriale della Regione Siciliana, sulla concessione in uso per finalità di beni culturali del demanio regionale, per un periodo non superiore ai cinque anni, alle strutture ricettive che ne facciano richiesta, dotate di vetrine con allarme e di sistemi antiintrusione, in grado anche di assumere esperti di beni etno-antropologici per consentire ai visitatori di poter godere appieno di questi beni. Filippo Grasso, docente di analisi di mercato all’Università di Messina, ha evidenziato la stretta relazione tra turismo e beni culturali e ha suggerito tre percorsi da seguire: “organizzare il territorio inclusivo di tutti, organico, partecipativo e condiviso sulle progettualità e decisioni pubbliche da assumere; gestire la mobilità turistica attraverso la presentazione dell’offerta turistica diversificata nel corso dell’anno, di qualità, integrata e responsabile per evitare il sovraccarico della massa di composta da turisti mordi e fuggi; attivare politiche pubbliche di comunicazione turistica e digitalizzazione sui servizi ai viaggiatori sempre più esigenti, connessi e digitalizzati.”
Grasso ha preso a modello la città barocca di Noto sia per lo stretto connubio tra patrimonio culturale e turismo, sia perché città turistica virtuosa, ospitatale e a misura di viaggiatore nell’offrire servizi sui bisogni primari alla persona, quali le informazioni turistiche attraverso lo strumento del totem digitale posto nei punti strategici della città e i necessarie e indispensabili vespasiano a disposizione di tutti, turisti e residenti, senza gravare, così, sulle attività di esercenti e commercianti.
Giuseppe Carrabino, assessore augustano alla cultura, ha parlato di “rete e sinergia non solo tra Comuni, ma anche tra tutti i protagonisti a livello locale: Pro loco, club service, volontariato, strutture ricettive, associazioni, confraternite e parrocchie.”
In modalità telematica è intervenuto il presidente nazionale delle Pro Loco italiane, Antonino La Spina, che ha messo l’accento sul valore delle singole Pro Loco sparse su tutto il territorio nazionale: ben 6.300, con oltre 600mila volontari. La prima d’Italia fu l’associazione di Pieve Tesino, che, fondata nel 1881, nel 2021 ha celebrato il 140º anniversario.
Ha concluso i lavori il” governatore del Kiwanis Distretto Italia-San Marino”, Angela Catalano, che ha espresso la propria soddisfazione per il convegno, che rappresenterà” – ha detto – “un significativo volano per tutte le iniziative che i sodalizi kiwaniani metteranno in campo per promuovere l’arte e la cultura. Catalano si prefissa due obiettivi: gettare le basi per la creazione di un club a Noto e proseguire la collaborazione con le Pro Loco sui temi legati al turismo e alla promozione dei territori.
Giorgio Càsole

(nella foto l’ing. Domenico Morello)