Non sei abbonato

Caro lettore, non puoi leggere le notizie perché non possiedi un abbonamento attivo.

Attiva un abbonamento

Sorpresa: anche il pistolero di Sebastiano Cassia ferito da un colpo di pistola alla gamba, ma non gli ha sparato il cugino

CronacaSorpresa: anche il pistolero di Sebastiano Cassia ferito da un colpo di pistola alla gamba, ma non gli ha sparato il cugino

Siracusa. Non capita tutti i giorni che una persona viene attinta ad una gamba da un colpo di pistola e se ne accorge a distanza di circa dieci giorni. O meglio ad accorgersi che Leonardo Adamo “custodisse” nella gamba un proiettile sono stati i medici del Pronto Soccorso dell’ospedale Umberto I quando hanno visto la lastra della radiografia effettuata sull’arto gonfio e dolorante del paziente. E così lo hanno condotto in sala operatoria e gli hanno estratto il proiettile, poi consegnato ai Carabinieri per stabilire il calibro ed eventualmente risalire all’autore del ferimento di Leonardo Adamo. Il quale, a domanda specifica fattagli dal Gip Federica Piccione di riferire da chi fosse stato sparato, ha risposto dicendo: “Certamente non da mio cugino Sebastiano Cassia. Io non gli ho visto nella mano una pistola mentre, solo adesso sto ricordando di averla vista nella mano di una persona che si accompagna al mio parente. Non riesco, però, a ricordare di chi si tratta, so però che anche questa persona era in Via Aldo Carratore, quando ho avuto la colluttazione con mio cugino”. Il Gip Piccione gli ha chiesto come si è accorto soltanto adesso di essere stato attinto da un colpo di pistola e Leonardo Adamo ha affermato: “Non me ne sono accorto e nemmeno ho sentito inizialmente dolore alla gamba. Dopo la colluttazione con mio cugino ho avvertito un esteso dolore in più parti del corpo per i calci e i pugni ricevuti, ma nessun dolore sentivo alla gamba. Per due giorni ho ingerito compresse antidolorifici e a poco a poco il dolore stava finendo quando improvvisamente ho sentito un forte bruciore alla gamba e subito un intenso dolore che mi creava problemi di deambulazione. Mi sono fatto accompagnare all’ospedale e hanno scoperto che avevo nella gamba il proiettile”. Il Gip Piccione ha chiesto ad Adamo il motivo che lo aveva indotto a esplodere un colpo di pistola contro suo cugino. “Gli ho sparato per evitare che mi aggredisse e riuscisse a colpirmi con un pugno o una testata all’occhio da cui non vedo più. Con mio cugino la lite è scoppiata a seguito di un alterco tra due donne della nostra famiglia. Sia mio cugino che io ci siamo fatti carico della questione che riguardava due nostre congiunte, sbagliando entrambi. Io per avergli sparato e lui per avere chiesto a un suo amico di spararmi”.
Il Pubblico Ministero Gaetano Bono ha chiesto l’applicazione della misura cautelare della custodia in carcere per Leonardo Adamo al quale ha contestato il reato di tentato omicidio in danno di Sebastiano Cassia, inteso Cicoria. Il difensore dell’Adamo, avvocato Junio Celesti, ha chiesto al Gip Piccione di rigettare la richiesta di applicazione della custodia in carcere e di disporre per il suo assistito la misura meno afflittiva degli arresti domiciliari.
Dopo essersi ritirato in camera di consiglio il Gip Piccione ha qualificato il fatto come non tentato omicidio bensì come lesioni personali aggravate dall’uso della pistola e ha applicato a Leonardo Adamo gli arresti domiciliari tenuto conto del suo buon comportamento processuale di essersi spontaneamente costituito alla polizia giudiziaria e di essersi attivato per fare ritrovare ai Carabinieri la pistola usata per ferire il cugino Sebastiano Cassia.
Il Gip Piccione ha restituito il fascicolo al Pubblico Ministero affinché indaghi sulla persona che avrebbe ferito ad una gamba Leonardo Adamo e di disporre le opportune ricerche della pistola utilizzata dall’ignoto pistolero.
La lite tra Leonardo Adamo e Sebastiano Cassia è avvenuta in Via Aldo Carratore, intorno alle ore 8,30 di lunedì della scorsa settimana. Dopo lo scambio di pugni, caldi e testate, il Leonardo si è allontanato da Via Carratore ma è ritornato poco tempo dopo e ha esploso un colpo di pistola contro Sebastiano Cassia, centrandolo ad una gamba. Il pistolero è poi fuggito a bordo di un motore e a distanza di alcune ore ha telefonato al suo difensore di fiducia, avvocato Junio Celesti, chiedendogli di accompagnarlo al Comando provinciale dei Carabinieri perché aveva intenzione di costituirsi. In effetti, Leonardo Adamo si è presentato dai Carabinieri in compagnia dell’avvocato Junio Celesti e, interrogato, ha confessato di avere “gambizzato” suo cugino per motivi di donne, ingenerando il dubbio che avesse ferito il parente per contendersi una donna. Invece, come ha spiegato questa mattina davanti al Gip Federica Piccione, intendeva dire che lui il Cassia hanno fatto a pugni per i contrasti sorti tra due donne della loro famiglia.