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“Terra bruciata 2”: per il Covid che ha colpito l’avvocato Rizza la sentenza contro i 16 imputati è stata rinviata al 9 giugno

Cronaca“Terra bruciata 2”: per il Covid che ha colpito l’avvocato Rizza la sentenza contro i 16 imputati è stata rinviata al 9 giugno

Siracusa. Quella del 3 giugno avrebbe dovuto essere l’udienza conclusiva del processo di primo grado a carico di 16 affiliati ai gruppi mafiosi Bottaro-Attanasio e Borgata ma il Covid ha mandato in aria il rigido programma stilato dal Tribunale del Venerdì, composto dal presidente, Salvatore Cavallaro e dai giudici Antonio Dami e Federica Piccione. Causa impedimento per Covid, l’anziano penalista avvocato Giambattista Rizza non ha potuto svolgere la sua arringa e il Collegio giudicante si è visto costretto a rinviare l’arringa e la sentenza alla prossima udienza del 9 giugno, nella speranza che il penalista guarisca e possa presentarsi in aula per effettuare il suo intervento oratorio a favore di Salvatore Musco Fontana. Nel pomeriggio di venerdì 3 giugno hanno illustrato le proprie arringhe difensive gli avvocati Sebastiano Troia, Antonio Lo Iacono, Giorgio D’Angelo, Franca Auteri, concluse tutte con la richiesta di assoluzione di rispettivi clienti perché accusati dai pentiti Massimo Stupore e Salvatore Lombardo, detto Pulisinu, a loro giudizio assolutamente inattendibili, mentre le vittime delle asserite estorsioni, sia consumate che rimaste a livello di tentativo, pur ammettendo di essere state sottoposte al vile fenomeno del racket del pizzo, escludono di avere consegnato i soldi alle persone chiamate in causa dai collaboratori di giustizia.
Concluse le arringhe dei difensori, il Tribunale non si è potuto ritirare in camera di consiglio per il legittimo impedimento dell’avvocato Giambattista Rizza e il giudice a latere Antonio Dami, trasferito su sua richiesta dal Csm al Tribunale di Padova, che già aveva le valigie pronte per raggiungere la nuova destinazione di lavoro, suo malgrado, ha dato l’ok a fare slittare la conclusione del processo di una settimana. Il presidente Cavallaro ha fissato l’arringa dell’avvocato Giambattista Rizza per le ore 15 del prossimo 9 giugno. Poi, se non ci saranno degli ulteriori inconvenienti, il Collegio si ritirerà in camera di consiglio e nella serata del 9 giugno pronuncerà la sentenza nei confronti dei sedici imputati coinvolti nell’operazione denominata “Terra bruciata 2”.
In sede di requisitoria il Pubblico Ministero Alessandro La Rosa non Il sostituto procuratore Alessandro La Rosa, che ha ereditato il procedimento dal collega Andrea Ursino, oggi sostituto procuratore generale sempre a Catania, non ha svolto la classica requisitoria parlata, ma ha scritto l’atto d’accusa contro gli imputati alla sbarra e le sue richieste in una memoria poi consegnata ai giudici del Tribunale.
Il rappresentante della pubblica accusa ha chiesto la condanna di Christian Bianchini, detto “Crespo” alla pena di quindici anni di reclusione e alla multa di settemila euro per i capi A) e C). Il capo A) dice che Christian Bianchini e Sebastiano Miceli, in concorso con i pentiti Massimo Stupore e Salvatore Lombardo, detto Pulisinu, sono accusati del reato di estorsione ai danni di Marcello Cunsolino, titolare del ristorante Dafne. Il capo C) afferma che Christian Bianchini e Andrea Lauretta debbono rispondere del reato di estorsione ai danni di Salvatore Policardo, titolare della concessionaria Toyota, reato commesso in concorso con i pentiti Stupore, detto Massimuni, e Pulisinu. Il Pubblico Ministero La Rosa ha chiesto la pena di 17 anni di reclusione e la multa di ottomila euro per Francesco Fiorentino, chiamato a rispondere di ben tre estorsioni di cui al capo E) quella commessa, insieme ad Andrea Lauretta e a Elio Lavore, detto Paolino, ai danni di Fabio Cardella, titolare del Pub Cameloti. E ancora l’estorsione che viene contestata al capo F) ai danni del titolare del bar Teocrito, commessa assieme ad Andrea Lauretta, Domenico Curcio, Salvatore Lombardo e Massimo Stupore. Al capo G) viene contestata al Fiorentino l’estorsione ai danni di Giancarlo Valvo, titolare della concessionaria Yamaha Mulktimotors, in concorso con Andrea Lauretta, con i pentiti Giovanni Barbagallo, Danilo Giuffrida e Salvatore Barbagallo. Questa estorsione viene contestata anche a Fabio Cortese e al pentito Piero Monaco ma per entrambi il Pubblico Ministero La Rosa ha chiesto l’assoluzione per non avere commesso il fatto. Per Giuseppe Guarino il Pubblico Ministero ha chiesto la condanna a sei anni di reclusione e la multa di 1.500 euro perché accusato di tenta estorsione ai danni di Angelo Schiavone, titolare del negozio Wimbledon in concorso con il pentito Massimo Schiavone.
Per Andrea Lauretta, accusato di quattro reati, è stata chiesta la condanna a diciotto anni e sei mesi di reclusione e la multa di ottomila euro per le estorsioni ai danni di Salvatore Policardo, nonché di Fabio Cardella, del titolare del bar Teocrito e di Giancarlo Valvo.
Per Elio Lavore, detto Paolino, è stata chiesta la condanna a 15 anni e sei mesi di reclusione e alla multa di settemila auro per quattro estorsioni e precisamente quelle ai danni di Fabio Cardella, di Luigi Crispino, titolare del Centro Polidiater, di tentata estorsione ai danni di Giulio Quercioli titolare dell’Igm e dell’estorsione ai danni di Emanuele Rizzo, titolare dei Pub “Il Sale” e “Dottor Sam”.
Per Sebastiano Miceli il Pubblico Ministero ha chiesto nove anni di reclusione e 6.500 euro di multa per l’estorsione ai danni di Marcello Cunsolino.
Per Salvatore Musco Fontana, inteso Lupin, è stata chiesta la condanna alla pena di dieci anni e mesi sei di reclusione e alla multa di ottomila euro per l’estorsione ai danni di Luigi Miceli e la tentata estorsione ai danni di Giulio Quercioli.
Per Giovanni Poliseno è stata chiesta la condanna alla pena di sette anni e sei mesi di reclusione e alla multa di 7.500 euro per la tentata estorsione alla palestra Emotion e della estorsione ai danni di Sebastiano Taccia, titolare della panineria “Al panino d’oro”.
Per Orazio Scarso sono stati chiesti nove anni di reclusione e 6.500 euro di multa per l’estorsione ai danni di Giancarlo Russo, titolare del ristorante L’Ancora. Analoga pena di nove anni di carcere e la multa di 6.500 è stata avanzata nei confronti di Domenico Curcio per l’estorsione ai danni del titolare dei pub “Il Sale” e “Dottor Sam” e per l’estorsione al bar Teocrito.
Per Umberto Piantini è stata richiesta la condanna a sei anni di reclusione e alla multa di 1.500 euro per la tentata estorsione ai danni del titolare dell’Igm. Analoga condanna è stata chiesta per Davide D’Ignoti cui viene contestata la tentata estorsione ai danni di Giulio Quercioli, titolare della società Igm. Infine sei anni di carcere e 1,500 euro di multa sono stati chiesti per Corrado Greco perché accusato di tentata estorsione ai danni di Sandro Aimone, titolare della Universo Costruzioni.
Per Vincenzo Quadarella il Pubblico Ministero La Rosa ha chiesto la condanna a sei anni di reclusione perché accusato di tentata estorsione, in concorso con l’ex pentito Massimo Stupore, ai danni di Fabio Pisanello, contitolare della MF srl.
I sedici imputati sono assistiti dagli avvocati Matilde Lipari, Junio Celesti, Massimiliano Lipari, Giambattista Rizza, Antonio Lo Iacono, Giorgio D’Angelo, Stefano Rametta, Franca Auteri, Sebastiano Troia.
Nonostante le gravissime accuse, tutti gli imputati sono giudicati a piede libero. L’ex componente del clan della Borgata e poi passato a servire il clan “Bottaro-Attanasio”, Giuseppe Curcio, rispondendo al rappresentante della pubblica accusa, ha chiamato in causa gli imputati che hanno partecipato alle vicende di pizzo, tutte avvenute nel corso del 2006. Christian Bianchini e Sebastiano Micieli, in concorso con Massimo Stupore e Salvatore Lombardo, detto Pulisinu, sono accusati dell’estorsione ai danni di Marcello Cunsolino, titolare del ristorante Dafne; Giovanni Poliseno, in concorso con i pentiti Giovanni Barbagallo, Gabriele Scarrozza, inteso ‘u topo, e Salvatore Lombardo, debbono rispondere di tentata estorsione ai danni della palestra Emotion, dove fra il 2005 e il 2006 posizionavano una tanica di benzina, delle cartucce e un bigietto minatorio; Christian Bianchini e Andrea Lauretta, in concorso con i pentiti Stupore e Lombardo, sono accusati dell’estorsione ai danni di Salvatore Policardo, titolare della Concessionaria Toyota; Giovanni Poliseno, in concorso con i peititi Stupore, Barbagallo, Scarrozza e Lombardo, è accusato dell’estorsione ai danni di Sebastiano Taccia, titolare della panineria “Al Panino d’Oro”; Francesco Fiorentino, Andrea Lauretta ed Elio Lavore sono accusati dell’estorsione ai danni di Fabio Cardella, titolare del Pub Camelot; Andrea Lauretta, Francesco Fiorentino e Domenico Curcio, in concorso con i pentiti Lombardo e Stupore, sono accusati dell’estorsione ai danni del titolare del bar Teocrito; Fabio Cortese, Andrea Lauretta, Francesco Fiorentino e Piero Monaco, in concorso con i pentiti Barbagallo, Danilo Giuffrida e Lombardo, sono accusati dell’estorsione ai danni di Giancarlo Valvo, titolare della Concessionaria Yamaha Multimotors; Orazio Scarso è accusato dell’estorsione ai danni di Giancarlo Russo, titolare del ristorante L’Ancora; Elio Lavore e Salvatore Fontana Musco, in concorso con i pentiti Lombardo e Giuffrida, sono accusati di estorsione ai danni di Luigi Crispino, titolare del Centro Polidiater; Vincenzo Quadarella, in concorso con il pentito Stupore, è accusato della tentata estorsione ai danni di Fabio Pisanello, contitolare della MF srl; Umberto Piantini, Davide D’Ignoti, Elio Lavore, Salvatore Musco Fontana, in concorso con i pentiti Lombardo e Giuffrida, debbono difendersi dall’accusa di tentata estorsione ai danni di Giulio Dessena Quercioli, titolare della ditta IGM; Corrado Greco, in concorso con i pentiti Barbagallo e Lombardo, è accusato di tentata estorsione ai danni di Sandro Aimone, titolare della Universo Costruzioni; Giuseppe Guarino, in concorso col pentito Stupore, deve rispondere di tentata estorsione ai danni di Angelo Schiavone, titolare del negozio Wimbledon; Elio Lavore e Domenico Curcio, in concorso con il pentito Stupore, nonchè di Vincenzo Quadarella, Luca Lopes e Francesco, già giudicati per questo reato, sono accusati di estorsione ai danni di Emanuele Rizzo, titolare dei pub “Il Sale” e “Dottor Sam”.

(nella foto il pentito Massimo Stupore)