Siracusa. Si è svolta nell’odierna mattinata di sabato 11 giugno, l’udienza di convalida dell’arresto del siracusano Christian Genova, 22 anni, accusato di avere esploso due colpi di pistola contro il pregiudicato Francesco Giliberto, 29 anni, centrandolo sia alla gamba destra che a quella sinistra, nonchè di detenzione e porto di una pistola calibro 38.
L’arrestato, assistito dall’avvocato Giorgio D’Angelo, comparso davanti al Giudice delle indagini preliminari Andrea Migneco, si è avvalso della facoltà di non rispondere ma ha reso soltanto una dichiarazione spontanea, ammettendo di avere gambizzato Francesco Giliberto, esplodendogli contro due colpi di pistola, centrandolo ad entrambe le gambe. Sui motivi che lo hanno spinto a sparare contro il Giliberto l’indagato non ha detto nulla.
Il Pubblico Ministero Stefano Priolo, che dopo aver interrogato Christian Genova aveva disposto che venisse rinchiuso nella Casa Circondariale di Cavadonna, ha chiesto al Gip Migneco di convalidare l’arresto e la misura cautelare della custodia in carcere, trovando la netta opposizione del difensore di fiducia dell’indagato, avvocato Giorgio D’Angelo, che ha richiesto al giudice l’applicazione di una misura cautelare meno afflittiva visto che il suo cliente si è spontaneamente costituito dai Carabinieri e ha pure fatto ritrovare la pistola calibro 38 usata dal ventiduenne per gambizzare il suo antagonista. Tra le due richieste il Gip Migneco ha privilegiato quella del difensore di Christian Genova, rigettando quella avanzata dal Pubblico Ministero Priolo. Infatti, il Gip Migneco ha applicato a Christian Genova la misura cautelare degli arresti domiciliari e ha, contestualmente, ordinato la sua immediata scarcerazione dalla Casa Circondariale di Cavadonna dove era stato rinchiuso per decisione del Pubblico Ministero Stefano Priolo.
I Carabinieri della Sezione Operativa della Compagnia di Siracusa nella nottata del 7 giugno sono intervenuti in via Algeri per il ferimento del pregiudicato 29enne Francesco Giliberto, che si trovava agli arresti domiciliari.
La ferito era stato colpito da due proiettili calibro 38 ad entrambe le gambe e subito dopo era stato ricoverato all’ospedale Umberto I non in pericolo di vita.
Le immediate indagini, coordinate dal Pubblico Ministero Stefano Priolo, hanno permesso ai Carabinieri di identificare i responsabili della gambizzazione e d’iniziarne le ricerche.
Nel pomeriggio dell’8 giugno nella caserma dei Carabinieri in viale Tica, si sono presentati due giovani di 19 e 22 anni, entrambi pregiudicati e conosciuti dalla vittima, in compagnia del loro difensore di fiducia, avvocato Giorgio D’Angelo. I due giovani, Christian Genova e per Francesco Puglisi, hanno detto al piantone che intendevano consegnarsi in quanto avevano appreso di essere ricercati dagli investigatori della Sezione Operativa della Compagnia per cui sono stati trattenuti in attesa che fosse chiarita la loro posizione in ordine al ferimento di Francesco Giliberto. Gli investigatori della Compagnia hanno immediatamente informato il Pubblico Ministero Stefano Priolo che ha immediatamente sottoposto ad interrogatorio Christian Genova e Francesco Puglisi, i quali, alla presenza del loro difensore di fiducia, avvocato Giorgio D’Angelo, hanno reso delle dichiarazioni sul ferimento di Francesco Giliberto. Christian Genova ha confessato di essere stato lui ad avere esploso i due colpi di pistola contro Francesco Giliberto, mentre Francesco Puglisi si è protestato innocente dall’accusa di avere detenuto, portato in luogo pubblico una pistola calibro 38 e del ferimento del Giliberto. La sua colpa, se così si può chiamare, sarebbe stata quella di trovarsi in compagnia del pistolero Christian Genova. I motivi che hanno indotto quest’ultimo a “gambizzare” il Giliberto non sono stati rivelati né dal pistolero nè dal suo accompagnatore. Al termine degli interrogatori, il Pubblico Ministero Stefano Priolo ha disposto la misura cautelare della custodia in carcere soltanto per Christian Genova poi immediatamente accompagnato a Cavadonna, mentre ha deciso di fare rilasciare Francesco Puglisi, che viene indagato in stato di libertà.
Grazie alle dichiarazioni rese dai due giovani i Carabinieri sono riusciti a recuperare il revolver usato da Christian Genova per azzoppare Francesco Giliberto.
Secondo i Carabinieri la sparatoria sembrerebbe essersi verificata per un debito in denaro maturato dalla vittima. Ma il Genova non ha confermato l’ipotesi investigativa, parlando genericamente di contrasti personali con il Giliberto.