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Blitz Bronx 2: il processo d’appello rinviato al 16 luglio per mancata traduzione degli imputati Carmelo Nillo e Francesco Sallemi

CronacaBlitz Bronx 2: il processo d'appello rinviato al 16 luglio per mancata traduzione degli imputati Carmelo Nillo e Francesco Sallemi

Catania. La Polizia penitenziaria non ha tradotto gli imputati Carmelo Nillo e Francesco Salemi e i giudici della seconda sezione della Corte d’Appello si sono visti costretti a rinviare il processo di secondo grado all’udienza del 16 luglio prossimo, contro sei trafficanti di droga siracusani, coinvolti nell’operazione antidroga denominata “Bronx 2”. Oltre a Carmelo Nillo e Francesco Salemi al processo di secondo grado sono interessati altri quattro siracusani, anch’essi appellanti contro la sentenza del Tribunale di Siracusa (presidente, Carla Frau; a latere, Liborio Mazziotta e Martina Belpasso). Alla sbarra siedono, infatti, Giuseppe Scordino, Giuseppe Capodieci, Riccardo Di Falco e il pentito Francesco Capodieci, ex leader della piazza di spaccio del Bronx.
Al processo di primo grado il Collegio giudicante ha inflitto 21 anni di reclusione a Riccardo Di Falco, difeso dall’avvocato Antonio Lo Iacono; 20 anni di reclusione all’ex infermiere Giuseppe Scordino, assistito dagli avvocati Matilde Lipari e David Buscemi; 18 anni di reclusione al pentito Francesco Capodieci, difeso dall’avvocato Carmela Barbera; 12 anni e otto mesi di reclusione a Francesco Salemi, undici anni e mesi quattro di reclusione a Carmelo Nillo, assistiti entrambi dall’avvocato Giorgio D’Angelo e la pena di otto anni, dieci mesi e dieci giorni a Giuseppe Capodieci, difeso dall’avvocato Junio Celesti.
Tutt’e sei gli imputati sono stati riconosciuti colpevoli di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e di detenzione, acquisto e spaccio di dosi di droga. All’ex infermiere Giuseppe Scordino è stata irrogata una pena particolarmente pesante non perché additato dal pentito Cesco Capodieci come il promotore del traffico di droga al Bronx, nel periodo in cui ha preso il suo posto al vertice dell’associazione che gestiva la piazza di spaccio del Bronx, ma per la recidiva in quanto ha subito altre condanne per spaccio di droga e per altre fattispecie criminose. Al pentito Francesco Capodieci e a Riccardo Di Falco la pena a ciascuno inflitta è stata comminata in continuazione tra il reato di traffico di droga e quello di detenzione e spaccio di stupefacenti. La precisazione è doverosa perché si potrebbe fraintendere che la continuazione fosse stata riconosciuta tra questa sentenza e quella del processo “Bronx 1”, per la quale sia Cesco Capodieci che Riccardo Di Falco dai giudici della terza sezione della Corte d’Appello di Catania sono stati condannati a 20 anni di reclusione ciascuno per il reato di traffico di sostanze stupefacenti e per la circostanza aggravante di avere promosso e organizzato il traffico di droga nella piazza di spaccio del Bronx.
Al processo di primo grado la pubblica accusa è stata rappresentata dal Pubblico Ministero Alessandro La Rosa, sostituto procuratore alla Direzione Distrettuale Antimafia di Catania, che, a conclusione della requisitoria, ha chiesto al Tribunale di infliggere diciotto anni di reclusione ciascuno all’ex infermiere Giuseppe Scordino e Riccardo Di Falco, dieci anni di reclusione a Francesco Salemi, otto anni e otto mesi a Carmelo Nillo, otto anni di reclusione a Giuseppe Capodieci, sei anni di reclusione al pentito Francesco Capodieci.
I sei trafficanti di droga sono stati processati con il rito abbreviato condizionato dall’esame dei pentiti Mattia Greco, Pasquale Graziano Urso e Francesco Capodieci, come da loro espressamente richiesto.
I difensori dei sei imputati si sono battuti per ottenere lo sconto di pena previsto dal rito e la condanna, anziché per associazione finalizzata al traffico degli stupefacenti, per il reato di detenzione e spaccio di dosi di cocaina o, nel caso in cui il Collegio ritenesse sussistente il reato di cui all’articolo 74 della legge sugli stupefacenti, di ritenere come modesta partecipazione all’associazione e di lieve entità l’attività di spaccio di droga.
Dei sei trafficanti di droga soltanto il pentito Francesco Capodieci si trova agli arresti domiciliari, mentre i restanti cinque sono ristretti in carcere. Anche Riccardo Di Falco, che in questo processo scaturito dall’operazione denominata “Bronx 2” è imputato in stato di libertà, è detenuto in carcere dal mese di marzo del 2018 e la misura cautelare è tuttora in vigore alla luce della condanna a 20 anni di reclusione inflittagli dai giudici della Corte d’Appello di Catania. Nelle sue stesse condizioni si trova Francesco Capodieci, anche lui giudicato in stato di libertà in questa operazione Bronx 2, ma a lui i giudici della Corte d’Appello di Catania hanno ritenuto di concedergli per motivi di salute il beneficio della detenzione domiciliare nonostante la condanna a 20 anni di reclusione irrogatagli nell’ambito dell’operazione Bronx 1, che fu effettuata nel marzo 2018 dai Carabinieri del Comando provinciale di Siracusa.
Ritornando all’operazione antidroga denominata “Bronx 2” l’ordinanza di applicazione della misura cautelare della custodia in carcere nei confronti di Giuseppe Scordino, Giuseppe Capodieci, Francesco Salemi e Carmelo Nillo, è stata emessa dalla Gip Loredana Pezzino, che contesta ai quattro siracusani il reato di associazione a delinquere finalizzata al traffico degli stpefacenti. Il personaggio chiave dell’operazione Bronx 2 è l’ex infermiere Giuseppe Scordino, indicato da tutti i collaboratori di giustizia ed in particolar modo da Mattia Greco e da Graziano Pasquale Urso, ex appartenenti al gruppo che spacciava droga al Bronx, come il reggente dello sparuto gruppo che ha proseguito al Bronx l’attività di spaccio di cocaina intrapresa dai trafficanti di droga coinvolti nella operazione Bronx 1. Contro Scordino ci sono le chiamate in reità anche del defunto pentito Luigi Cavarra, ex componente del clan mafioso “Bottaro-Attanasio”, di Cetty Buccheri, di Giuseppe De Leo, ‘u missinisi, nonché quelle di Mattia Greco e Graziano Urso. Quelle che riguardano i quattro imputati Giuseppe Scordino, Giuseppe Capodieci, Francesco Salemi e Carmelo Nillo sono le dichiarazioni rese da Mattia Greco e Graziano Pasquale Urso.. Le accuse di Pasquale Graziano Urso e Mattia Greco mosse a carico dell’ex infermiere sono state ribadite dall’ex fondatore della piazza di spaccio del Bronx, Francesco Capodieci, le cui dichiarazioni sono state acquisite al fascicolo processuale. Nelle duecento pagine formato A 4 dell’ordinanza di applicazione della misura cautelare della custodia in carcere la Gip Loredana Pezzino spiega i ruoli ricoperti da Giuseppe Scordino, Carmelo Nillo, Francesco Salemi e Giuseppe Capodieci, in quali città siciliane e della Campania i quattro siracusani del Bronx 2 si fornivano di sostanze stupefacenti, le accuse a ciascuno mosse dai collaboratori di giustizia, lo scambio delle conversazioni telefoniche intercorse tra i quattro trafficanti di droga da febbraio 2018 alla fine di marzo 2018.
I Carabinieri del Comando provinciale all’alba di lunedì 17 febbraio 2019 hanno arrestato Giuseppe Scordino, Francesco Salemi, Carmelo Lillo, e Giuseppe Capodieci e li hanno rinchiusi nella Casa Circondariale di Cavadonna. La mini retata effettuata dai Carabinieri è la coda della prima operazione antidroga denominata Bronx. Scordino, Salemi, Lillo e Capodieci vengono additati come i seguaci di quelli che una volta spacciavano droga al Bronx, poi, dopo essere stati tratti in arresto nel 2018 dai Carabinieri, tutti condannati con il rito abbreviato a pene pesantissime.