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I Carabinieri del Ros e del Comando di Siracusa arrestano 56 mafiosi dei clan Santapaola-Ercolano e Nardo di Lentini

CronacaI Carabinieri del Ros e del Comando di Siracusa arrestano 56 mafiosi dei clan Santapaola-Ercolano e Nardo di Lentini

Siracusa. I Carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Siracusa hanno dato esecuzione a 56 misure cautelari emesse dal Gip del Tribunale di Catania nei confronti di appartenenti a Costa nostra della Sicilia orientale Santapaola-Ercolano, alla famiglia di Caltagirone, a quella di Ramacca e al clan Nardo di Lentini. Sono state, altresì, sottoposte a sequestro nove società, alcune delle quali a Vizzini e le restanti a Lentini e Carlentini, con relativo patrimonio valutato in oltre dieci milioni di euro appartenenti, quelle ricadenti nella zona nord della provincia di Siracusa, all’ex reggente del clan Nardo di Lentini, Giuseppe Gentile, inteso “Culo di gomma”, recentemente deceduto, ma ereditate dal figlio Domenico Gentile, contro il quale la Procura aveva chiesto la misura cautelare della custodia in carcere ma dal Gip non accolta. Inoltre nel corso delle indagini sono stati sequestrati alle varie bande 108 kg di marijuana, di 2,6 kg di cocaina e 57 kg di hashish sequestrati. All’operazione è stato dato il nome “Agora”.
Oltre 400 carabinieri hanno eseguito le misure cautelari nei comuni di Catania, Ramacca, Vizzini, Caltagirone, San Michele di Ganzaria, Lentini, Carlentini e Francofonte.
Tra le 56 misure cautelari firmate dal Gip del Tribunale di Catania, 47 sono di custodia cautelare in carcere a carico altrettanti indagati accusati a vario titolo di associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico e allo smercio di stupefacenti, nonché di numerose estorsioni pluriaggravate, di illecita concorrenza, di turbata libertà degli incanti e di trasferimento fraudolento di beni, reati tutti aggravati dal metodo e dalle finalità mafiose.
Gli arrestati sono Calogero Aquilino, Sebastiano Basso, Antonino Sebastiano Battaglia, Antonino Briganti, Salvatore Briganti, Gaetano Casciana, Vincenzo Castelli, Rosario Ciaffaglione (lentinese difeso dall’avvocato Sebastiano Sferrazzo), Giuseppe Ciriacono, Francesco Compagnino, Donatello Cormaci, Filippo Crisafulli, Giuseppe De Luca, Salvatore Di Liberto, Benedetto Distefano, Carmelo Fallara, Alessandro Antonio Fatuzzo, Salvatore Fazio, Luigi Ferrini, Giuseppe Furnò (capo del clan Nardo di Lentini), Salvatore Giarrusso, Antonino Guercio, Giuseppe Midore, Sebastiano Midore, Pasquale Oliva, Orazio Papale, Maurizio Pinzone Vecchio, Benito Privitera, Domenico Querulo, Salvatore Rannesi, Carmelo Renna, Salvatore Rinaldi, Gaetano Riolo, Gabriele Santapaola, Vincenzo Sapia, Lorenzo Michele Squillaci, Giuseppe Scuderi, Lorenzo Sgroi, Barbaro Stimoli, Matteo Vasta, Rosario Zagame, Giuseppe Currò.
Le misure cautelari in non detentive sono state emesse a carico di Mario Brullo, Gianfilippo Ciriacono, Vito Cultrera, Domenico Gentile (difeso dall’avvocato Franco Passanisi), Gianluca Italia, Lorenzo Palazzo, Salvatore Orefice, Francesco Rametta e Giuseppe Spitale.
Gli arrestati nei comuni di Lentini, Carlentini e Francofonte vengono difesi dagli avvocati Fabio D’Amico, Santi Terranova, Giuseppe Fisicaro, Dario Favara, Salvatore Pappalardo.
Le indagini (avviate nel 2016 come naturale prosecuzione del procedimento ‘Chaos’) hanno finora messo in luce criticità, nuovi rapporti di forza ed equilibri raggiunti tra le famiglie di Cosa nostra operanti nei territori di Catania, Caltagirone e Siracusa, e, in particolare, la famiglia Santapaola-Ercolano, la famiglia La Rocca, la famiglia di Ramacca e il clan Nardo. È stata accertata la capacità dei clan di infiltrarsi nell’economia lecita – nel settore dei trasporti su gomma e in quello dell’edilizia – e di influenzare i processi decisionali degli enti locali, come nell’ipotesi dell’alterazione delle procedure per l’affidamento dei servizi cimiteriali nel comune di Vizzini e nelle ipotesi degli affidamenti per la manutenzione stradale curati dal comune di Caltagirone).
Gli accertamenti – sviluppati attraverso un’imponente attività di intercettazione, ma anche con sistemi di indagine tradizionale sul territorio e con il contributo di 16 diversi collaboratori di giustizia – hanno portato a identificare gli elementi di maggior peso dell’organizzazione e a ricostruire la rete di relazioni e la struttura della famiglia Santapaola-Ercolano, di quella La Rocca di Caltagirone, quella di Ramacca e del clan Nardo.