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Sequestro del patrimonio aziendale dell’Ias Spa: il Riesame ha rigettato il ricorso del Comune di Priolo Gargallo

CronacaSequestro del patrimonio aziendale dell’Ias Spa: il Riesame ha rigettato il ricorso del Comune di Priolo Gargallo

Siracusa. Più veloce del missile da crociera SM-64 Navaho, in dotazione alle forze armate Usa è stata la decisione presa dal Tribunale del Riesame (presidente, Giuseppina Storaci; a latere, Giulia D’Antoni e Martina Belpasso) sul ricorso presentato e discusso in camera di consiglio dall’avvocato Luca Partexano nell’interesse del sindaco di Priolo Gargallo, Giuseppe Gianni, teso ad ottenere l’annullamento dell’ordinanza emessa dal Giudice delle indagini preliminari Salvatore Palmeri con la quale è stato sequestrato il patrimonio aziendale dell’Ias Spa. Il legale chiedeva il dissequestro della somma di denaro corrisposta dal Comune di Priolo Gargallo al depuratore dell’Ias Spa per lo smaltimento dei rifiuti prodotti dagli abitanti del paese confinante con l’impianto adesso sequestrato dal Giudice delle indagini preliminari Palmeri su conforme richiesta dei sostituti procuratori Tommaso Pagano e Salvatore Grillo, con il divieto di ricevere e smaltire i reflui delle industrie esistenti nel Petrolchimico di Priolo Gargallo. Gli unici enti autorizzati dal Gip Palmeri a portare i rifiuti al depuratore dell’Ias sono i Comuni di Priolo Gargallo e di Melilli, i quali possono continuare a servirsi dell’impianto della società Ias Spa per lo smaltimento dei rifiuti prodotti dagli abitanti di quei due comuni, perché secondo il Gip Palmeri quei reflui non sono altamente tossici e inquinanti come quelli prodotti dalle industrie del Petrolchimico.
Il ricorso non ha avuto l’esito che si auguravano sia il sindaco di Priolo Gargallo che il difensore pagato dalla civica amministrazione, avvocato Luca Partexano. Il Riesame, infatti, questa mattina ha depositato l’ordinanza con la quale ha rigettato la richiesta di annullare il decreto di sequestro del patrimonio anziendale dell’Ias Spa emesso dal Gip Salvatore Palmeri. I giudici del Riesame hanno sciolto la riserva nella prima mattinata, depositando il provvedimento nella cancelleria della Corte d’Assise preposta a ricevere i ricorsi contro i sequestri patrimoniali e mobiliari. Il ricorso era stato discusso nel pomeriggio di mercoledì 22 giugno e il Riesame questa mattina ha depositato la decisione. Come si suol dire sono stati più veloci del missile da crociera di fabbricazione americana noto col nome di SM-64 Navaho.
Nell’odierno pomeriggio, inoltre, il Giudice delle indagini preliminari ha concluso gli interrogatori dei nove indagati sottoposti alla misura cautelare dell’interdizione dall’attività professionale o dalle cariche rivestite nelle rispettive aziende industriali. Gli ultimi due interrogati hanno rigettato le accuse ma se vogliono vedersi accogliere le loro ragioni dovranno rivolgersi al Tribunale del Riesame di Catania. I nove indagati interdetti dall’attività lavorativa o dalle cariche societarie sono Rosario Pistorio, Enrico Monteleone, Domenico Arena, Salvatore Mesitti, Giorgio Tuccio, Enrico Majuri, Letterio Lacchetta, Enzo Maurizio Montalbano e Giorgio Corso.
Del reato di disastro ambientale aggravato sono chiamati a darne conto Donato Infantino, Enrico Monteleone, Maria Grazia Brandara, Rosario Pistorio, Mirko Ranieri, Domenico Arena, Edoardo Vittorio Mirgone, André Haus, Giorgio Tuccio, Paolo Zuccarini, Sergio Corso, Guglielmo Arrabito, Salvatore Mesitti, Enrico Majuri, Angelo Bifulco, Domenico Longhitano, Nicola Patti, Litterio Iachetta, Enzo Maurizio Montalbano e le società Ias, Sonatrach, Esso, Versalis, Sasol, Isab e Priolo Servizi.
Per il Gip Palmeri il provvedimento di sequestro giudiziario dell’Ias si è reso necessario per impedire che il depuratore continuasse ad operare sulla base delle attuali autorizzazioni emesse da Enti dello Stato e dalla Regione Siciliana, che oggi sono ritenute non conformi alle vigenti leggi e comunque non più efficaci da oltre un decennio o parzialmente rispettate. Secondo i tecnici nominati dalla Procura la gestione dell’Ias avrebbe prodotto negli anni immissioni nell’atmosfera di circa 77 tonnellate all’anno di sostanze nocive, fra cui alcune sostanze cancerogene come il benzene e di oltre 2.500 tonnellate di idrocarburi in mare negli anni fra il 2016 e il 2020. Il reato ipotizzato dalla Procura è di disastro ambientale aggravato in relazione all’inquinamento atmosferico e marino tuttora in corso di consumazione, nonché altre fattispecie di reati connessi all’illegittimità dei titoli autorizzatori.
L’inchiesta è coordinata dal procuratore capo Sabrina Gambino e dai sostituti procuratori Tommaso Pagano e Salvatore Grillo. Le indagini sono state svolte dagli investigatori del Nictas e dai militari della Guardia di Finanza presso la Procura della Procura della Repubblica di Siracusa.