Lentini. L’omicida del 38enne Roberto Raso si è costituito dai Carabinieri. Si chiama Antonino Montalto, ha 22 anni, ed è lentinese come la vittima. Dopo aver inferto la coltellata al suo antagonista, il Montalto si è dato alla fuga e raggiunto Siracusa dove ha telefonato all’avvocato Junio Celesti, al quale ha chiesto di accompagnarlo al comando Carabinieri perché intendeva costituirsi. Al penalista il lentinese ha spiegato di essere ricercato dai Carabinieri perché aveva conficcato all’altezza del cuore la lama del coltello a serramanico a una persona con la quale aveva litigato poiché pretendeva che gli desse un po’ di soldi. “Io l’ho mandato a quel paese e quello ha iniziato a insultarmi. Gli ho dato un calcio e io mi sono subito allontanato pe rientrare nella mia abitazione, ma quel Tizio mi ha rincorso continuando a offendermi e mi ha pure aggredito. Non solo mi ha importunato chiedendomi del denaro che non gli dovevo assolutamente ma, addirittura, ha pure cercato di picchiarmi. Abbiamo ingaggiato una colluttazione durante la quale, visto che non intendeva arretrare assolutamente, ha preso il coltello a scatto e glielo conficcato nel petto”. L’avvocato Junio Celesti lo ha accompagnato al comando provinciale dei Carabinieri di Viale Tica, dove il Montalto è stato preso in consegna dai militari per rinchiuderlo nella camera di sicurezza in attesa dell’arrivo del Pubblico Ministero Marco Dragonetti. Quando il magistrato è arrivato alla caserma dei Carabinieri ha immediatamente sottoposto ad interrogatorio Antonino Montalto, che, intanto, prima di rispondere alle domande, ha nominato proprio difensore di fiducia l’avvocato Junio Celesti. Poi, rispondendo alle domande del Pubblico Ministero Dragonetti, ha riferito la stessa versione raccontata al penalista. Il Pubblico Ministero gli ha contestato il reato di omicidio volontario aggravato dai futili motivi e la detenzione ed il porto di un coltello a serramanico. E ha quindi ordinato ai Carabinieri di sottoporlo a fermo quale indiziato del delitto di omicidio ai danni di Roberto Raso e di accompagnarlo alla Casa Circondariale di Cavadonna.
L’omicidio è avvenuto nella serata di sabato 9 luglio nella strada in cui abita Antonino Moltalto, una traversa di Via Silvio Pellico. La vittima è morta all’ospedale di Lentini mentre i medici lo stavano medicando e avevano disposto gli accertamenti strumentali e la tac al fine di capire i danni causati dalla coltellata al petto. Durante gli accertamenti il cuore di Roberto Raso ha smesso di battere e vani sono risultati tutti i tentativi effettuati dai medici di rianimarlo. Il cadavere del trentottenne è attualmente in una cella frigorifera dell’obitorio in attesa che il Pubblico Ministero Dragonetti dia l’incarico ad un medico legale per effettuare l’autopsia. Il ventiduenne non è un incensurato, ma ha dei precedenti penali contro il patrimonio, reati commessi però quando era minorenne.
Probabilmente entro le prossime 48 ore l’omicida verrà condotto davanti al Giudice delle indagini preliminari per la convalida del fermo giudiziario.
(nella foto la Casa Circondariale di Cavadonna)