Non sei abbonato

Caro lettore, non puoi leggere le notizie perché non possiedi un abbonamento attivo.

Attiva un abbonamento

L’appello del processo contro 6 trafficanti di droga coinvolti nell’operazione “Bronx 2” rinviato al 14 settembre

CronacaL’appello del processo contro 6 trafficanti di droga coinvolti nell’operazione “Bronx 2” rinviato al 14 settembre

Catania. Si doveva celebrare oggi, giovedì 14 luglio, l’udienza clou contro i sei siracusani coinvolti nell’operazione antidroga denominata “Bronx 2” e tutti condannati alla fine del processo di primo grado, ma la Corte d’Appello di Catania ha deciso di fare celebrare il processo di appello al prossimo 14 settembre, quindi dopo il periodo feriale dei giudici e degli avvocati. Appellanti contro la sentenza del Tribunale penale di Siracusa (presidente, Carla Frau; a latere, Liborio Mazziotta e Martina Belpasso) sono Giuseppe Scordino, Giuseppe Capodieci, Carmelo Nillo, Francesco Salemi, Riccardo Di Falco e l’ex capo della piazza di spaccio del Bronx, Francesco Capodieci. Dal Tribunale di Siracusa sono stati inflitti 21 anni di reclusione a Riccardo Di Falco, difeso dall’avvocato Antonio Lo Iacono; 20 anni di reclusione all’ex infermiere Giuseppe Scordino, assistito dall’avvocato David Buscemi; 18 anni di reclusione al pentito Francesco Capodieci, difeso dall’avvocato Carmela Barbera; 12 anni e otto mesi di reclusione a Francesco Salemi, undici anni e mesi quattro di reclusione a Carmelo Nillo, assistiti entrambi dall’avvocato Giorgio D’Angelo e la pena di otto anni, dieci mesi e dieci giorni di reclusione è stata irrogata a Giuseppe Capodieci, difeso dall’avvocato Junio Celesti.

Tutt’e sei gli imputati sono stati riconosciuti colpevoli di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e di detenzione, acquisto e spaccio di dosi di droga. All’ex infermiere Giuseppe Scordino è stata irrogata una pena particolarmente pesante non tanto perché è stato additato dal pentito Cesco Capodieci come il promotore del traffico di droga al Bronx, nel periodo in cui ha preso il suo posto al vertice dell’associazione che gestiva la piazza di spaccio del Bronx, ma per la recidiva in quanto ha subito altre condanne per spaccio di droga e per altre fattispecie criminose. Al pentito Francesco Capodieci e a Riccardo Di Falco la pena a ciascuno inflitta è stata comminata in continuazione tra il reato di traffico di droga e quello di detenzione e spaccio di stupefacenti. La precisazione è doverosa perché si potrebbe fraintendere che la continuazione fosse stata riconosciuta tra questa sentenza e quella del processo “Bronx 1”, per la quale sia Capodieci che Di Falco dai giudici della terza sezione della Corte d’Appello di Catania sono stati condannati a 20 anni di reclusione ciascuno per il reato di traffico di sostanze stupefacenti e per la circostanza aggravante di avere promosso e organizzato il traffico di droga nella piazza di spaccio del Bronx.
Alla lettura del dispositivo di sentenza ci sono stati momenti di trepidazione per la moglie dell’ex infermiere Giuseppe Scordino, la quale, quando ha sentito la condanna del marito a 20 anni di reclusione, si è accasciata al suolo e per alcuni minuti è stata colpita dalle convulsioni. E’ stato necessario telefonare al 118 per fare arrivare nell’aula della Corte d’Assise, dove si è celebrata l’udienza, un’autoambulanza, con annesso personale sanitario. La signora Scordino, appena è arrivata l’ambulanza, è stata soccorsa e trasferita dall’aula giudiziaria sull’autolettiga dove è stata visitata dal medico che, somministrandole un farmaco, ha provocato lo stop delle convulsioni e un netto miglioramento delle condizioni di salute della donna. La moglie di Scordino, dopo il trattamento sanitario sull’autoambulanza, ha deciso di rinunciare a farsi trasportare all’ospedale “Umberto I” e dai propri familiari è stata riaccompagnata a casa.
A conclusione della requisitoria, il Pubblico Ministero Alessandro La Rosa, sostituto procuratore alla Direzione Distrettuale Antimafia di Catania, ha chiesto al Collegio Penale di infliggere la pena di diciotto anni di reclusione all’ex infermiere Giuseppe Scordino, nonché dieci di reclusione a Francesco Salemi, otto anni e otto mesi a Carmelo Nillo, otto anni di reclusione a Giuseppe Capodieci e sei anni di reclusione al pentito Francesco Capodieci. Per l’ex infermiere dell’ospedale Umberto I di Siracusa, il Pubblico Ministero ha chiesto il massimo della pena in quanto a Scordino vengono contestate le aggravanti di avere promosso e organizzato l’associazione e quella di associazione armata, mentre per l’ex fondatore del gruppo del Bronx Francesco Capodieci il Pubblico Ministero ha chiesto la concessione della speciale attenuante prevista dal codice per chi collabora con la giustizia. Per quanto riguarda Giuseppe Capodieci, Carmelo Nillo e Francesco Salemi il reato è quello di essere dei componenti dell’associazione con il ruolo di effettuare la cessione delle dosi di droga ai consumatori di cocaina e di altre sostanze stupefacenti.
I difensori dei sei imputati si sono battuti per ottenere lo sconto di pena previsto dal rito e la condanna, anziché per associazione finalizzata al traffico degli stupefacenti, per il reato di detenzione e spaccio di dosi di cocaina o, nel caso in cui il Collegio ritenesse sussistente il reato di cui all’articolo 74 della legge sugli stupefacenti, di ritenere modesta la partecipazione all’associazione e di lieve entità l’attività di spaccio di droga. Dei sei trafficanti di droga soltanto il pentito Francesco Capodieci si trova agli arresti domiciliari, mentre i restanti cinque sono ristretti in carcere. Anche Riccardo Di Falco, che in questo processo scaturito dall’operazione denominata “Bronx 2” è imputato in stato di libertà, è detenuto in carcere dal mese di marzo del 2018 e la misura cautelare è tuttora in vigore alla luce della condanna a 20 anni di reclusione inflittagli dai giudici della Corte d’Appello di Catania. Nelle sue stesse condizioni si trova Francesco Capodieci, anche lui giudicato in stato di libertà in questa operazione Bronx 2, ma a lui i giudici della Corte d’Appello di Catania hanno ritenuto di concedergli per motivi di salute il beneficio della detenzione domiciliare nonostante la condanna a 20 anni di reclusione irrogatagli nell’ambito dell’operazione Bronx 1, che fu effettuata nel marzo 2018 dai Carabinieri del Comando provinciale di Siracusa.
L’ordinanza di applicazione della misura cautelare della custodia in carcere nei confronti di Giuseppe Scordino, Giuseppe Capodieci, Francesco Salemi e Carmelo Nillo, è stata emessa dalla Gip del Tribunale di Catania, Loredana Pezzino, che contesta ai quattro siracusani il reato di associazione a delinquere finalizzata al traffico degli stpefacenti. Il personaggio chiave dell’operazione Bronx 2 è l’ex infermiere Giuseppe Scordino, indicato da tutti i collaboratori di giustizia ed in particolar modo da Mattia Greco e da Graziano Pasquale Urso il reggente dello sparuto gruppo che ha proseguito al Bronx l’attività di spaccio di cocaina intrapresa dai trafficanti di droga coinvolti nella operazione Bronx 1. Contro Scordino ci sono le chiamate in reità anche del defunto pentito Luigi Cavarra, ex componente del clan mafioso “Bottaro-Attanasio”, di Cetty Buccheri, di Giuseppe De Leo, ‘u missinisi, nonché quelle di Mattia Greco e Graziano Urso. Quelle che riguardano i quattro imputati Giuseppe Scordino, Giuseppe Capodieci, Francesco Salemi e Carmelo Nillo sono le dichiarazioni rese da Mattia Greco e Graziano Pasquale Urso. Per questo motivo si spiega la richiesta avanzata dagli avvocati Junio Celesti, Matilde Lipari e Giorgio D’Angelo di esaminare i due pentiti. Le loro dichiarazioni convergono sul nome di Giuseppe Scordino, da tutti definito come il nuovo reggente che ha preso in mano le redini del gruppo che gestiva la piazza dello spaccio del Bronx, dopo l’arresto nel febbraio 2018 di Francesco Capodieci, capo indiscusso del clan che spacciava droga nel quartiere del Bronx. Le accuse di Pasquale Graziano Urso e Mattia Greco mosse a carico dell’ex infermiere sono state ribadite dall’ex fondatore della piazza di spaccio del Bronx, Francesco Capodieci, le cui dichiarazioni state acquisite al fascicolo processuale. Nelle duecento pagine formato A 4 dell’ordinanza di applicazione della misura cautelare della custodia in carcere la Gip Loredana Pezzino spiega i ruoli ricoperti da Giuseppe Scordino, Carmelo Nillo, Francesco Salemi e Giuseppe Capodieci, in quali città siciliane e della Campania i quattro siracusani del Bronx 2 si fornivano di sostanze stupefacenti, le accuse a ciascuno mosse dai collaboratori di giustizia, lo scambio delle conversazioni telefoniche intercorse tra i quattro trafficanti di droga da febbraio 2018 alla fine di marzo 2018.
L’ordinanza della Gip Pezzino è stata confermata dal Tribunale del Riesame di Catania, che rigettò le richieste di annullamento e di revoca della custodia in carcere avanzate dagli avvocati Junio Celesti, Matilde Lipari e Giorgio D’Angelo. L’ex infermiere Scordino, prima difeso dall’avvocato Junio Celesti, ha poi conferito l’incarico a difenderlo all’avvocato David Buscemi, che al processo di secondo grado, difende da solo Scordino.
I Carabinieri del Comando provinciale all’alba di lunedì 17 febbraio 2019 hanno arrestato Giuseppe Scordino, Francesco Salemi, Carmelo Lillo, e Giuseppe Capodieci e li hanno rinchiusi nella Casa Circondariale di Cavadonna. La mini retata dai Carabinieri è la coda della prima operazione antidroga denominata Bronx. Scordino, Salemi, Lillo e Capodieci vengono additati come i seguaci di quelli che una volta spacciavano droga al Bronx, quando la nota piazza di spaccio era diretta da Francesco Capodieci, Riccardo Di Falco, Giancarlo De Benedictis, detto Carlo a’ scecca.