Siracusa. Nella odierna mattinata, su delega della Procura Distrettuale Antimafia di Catania, gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Siracusa, hanno arrestato Alessio Attanasio, 52 anni, in esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice delle indagini preliminari del Tribunale del capoluogo etneo Chiara Di Dio Datola. Il provvedimento coercitivo è stato emesso per la pericolosità sociale dell’Attanasio in quanto egli ha riportato una condanna alla pena di 30 anni di reclusione essendo stato riconosciuto colpevole dell’omicidio di Giuseppe Romano, avvenuto a Siracusa il 14 marzo del 2001 in Via Elorina. Lo scorso 7 luglio Alessio Attanasio era stato scarcerato dal carcere di Nuoro, in Sardegna, per decisione della Corte d’Appello di Torino che gli aveva riconosciuto il cumulo di più pene scontate per complessi trent’anni.
Alessio Attanasio, che nello scorso mese di maggio si è laureato in Giurisprudenza con 110 e lode, è stato condannato, al termine del processo di primo grado celebrato con rito abbreviato, a trent’anni di reclusione, dal Gup del Tribunale di Catania, Simona Ragazzi, accogliendo la conforme richiesta avanzata dal Pubblico Ministero Alessandro La Rosa. Lo stesso Pubblico Ministero ha adesso chiesto la misura cautelare della custodia in carcere per Attanasio nonostante la condanna a 30 anni di reclusione non fosse definitiva. I difensori di Attanasio, avvocati Licinio La Terra Albanelli e Maria Teresa Pintus, hanno appellato la sentenza ed erano in attesa che la Corte d’Assise di Appello fissasse la data di celebrazione del processo di secondo grado. Ma il 39 gennaio scorso, Attanasio era detenuto al 41 bis ma per il processo in cui era accusato di essere uno dei due autori dell’omicidio del povero Giuseppe Romano, vittima innocente di uno scambio di persona, era a piede libero. Nessuno aveva previsto che potesse essere scarcerato anche in considerazione del fatto che nello stesso periodo in cui la Corte d’Appello di Torino esaminava la domanda di cumulo di pene presentata dai legali di Attanasio, al Tribunale di Catania si celebrava il processo con rito abbreviato nel quale il dottore in Giurisprudenza Alessio Attanasio deve rispondere dell’omicidio di Angelo Sparatore, avvenuto sempre nella primavera del 2001. Per l’omicidio di Angelo Sparatore sono alla sbarra Alessio Attanasio e Luciano De Carolis, il primo quale mandante e il secondo quale correo del killer Salvatore Lombardo, detto Pulisino, reo confesso e autore della chiamata in correità dei due esponenti del clan Bottaro-Attanasio. Il Pubblico Ministero Alessandro La Rosa ha chiesto la condanna a 30 anni di reclusione ciascuno per Attanasio e De Carolis. Il 30 giugno scorso era prevista la sentenza ma il Gup Anna Valenti si è vista costretta a rinviare la camera di consiglio e il verdetto al 20 ottobre prossimo per il legittimo impedimento del De Carolis che, cadendo dalla moto, si era procurato alcune fratture e non era nelle condizioni di raggiungere il Tribunale di Catania.
Alessio Attanasio era ritornato a Siracusa una settimana fa per riabbracciare la madre e i suoi parenti, che non vedeva da molti mesi. Non appena la Polizia ha saputo della sua presenza a Siracusa ha immediatamente informato la Procura Distrettuale Antimafia di Catania che ha immediatamente avanzato all’Ufficio Gip ha richiesta di applicazione della misura cautelare in carcere avendo Alessio Attanasio riportato una condanna alla pena a 30 anni di reclusione, anche se al processo di primo grado. La legge prevede l’arresto anche se la sentenza non è definitiva se si ravvisano gli estremi della pericolosità sociale ed il pericolo di fuga.
Il Gip Chiara Di Dio Datola ha accolto la richiesta della DDA di Catania e ha firmato l’ordinanza di arresto nei confronti di Alessio Attanasio. La Squadra Mobile, appena ha ricevuto il provvedimento coercitivo, ha telefonato all’Attanasio e lo ha invitato a presentarsi in Questura per comunicazioni. Alessio Attanasio si è subito recato alla Questura dove è stato tratto in arresto e con un’auto della Polizia di Stato tradotto al carcere di Bicocca di Catania.
I difensori di Alessio Attanasio nei primi giorni della prossima settimana depositeranno alla cancelleria del Tribunale del Riesame di Catania l’istanza di revoca della ordinanza custodiale del Gip Chiara Di Dio Datola. La legge dice che la Difesa ha dieci giorni di tempo per impugnare il provvedimento coercitivo e il Riesame deve entro dieci giorni, a decorrere dalla data in cui è stata presentata l’istanza, esaminare il caso e deliberare la decisione. I difensori sono ottimisti sull’esito dell’appello perché faranno presente che Attanasio non era più un pericolo per la collettività di Siracusa in quanto ha già fissato la sua dimora nel comune di Sassari, dove lavorerà nello studio legale dell’avvocato Maria Teresa Pintus e dove, peraltro, si era iscritto all’Università della capoluogo sardo per acquisire la specializzazione magistrale di Giurisprudenza.
(nella foto i Pubblici Ministeri Nicastro e Campisi, la 126 in cui c’è il cadavere di Giuseppe Romano e nel riquadro Alessio Attanasio)