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L’uomo che ha gambizzato  Luca Costanzo, al termine del processo con rito abbreviato, è stato condannato a 2 anni e due mesi. Il PM aveva chiesto 3

CronacaL’uomo che ha gambizzato  Luca Costanzo, al termine del processo con rito abbreviato, è stato condannato a 2 anni e due mesi. Il PM aveva chiesto 3

Siracusa. Si è svolto nella tarda mattinata il processo con rito abbreviato a carico di Claudio Foti Cuzzola accusato di lesioni personali gravi, detenzione e porto di una pistola.

Il Pubblico Ministero Stefano Priolo, al termine della requisitoria, ha chiesto la condanna dell’imputato, presente in aula, alla pena di 3 anni di reclusione. Il difensore si Claudio Cuzzola Foti, avvocato Junio Celesti, ha chiesto una condanna al minimo della pena. Poi il Gup Francesco Alligo si è ritirato in camera di  consiglio e dopo due ore è ritornato nell’aula e ha letto il dispositivo di sentenza, comunicando di avere riconosciuto colpevole Claudio Cuzola Foti dei reati a lui ascritti, ed escludendo l’aggravante della recidiva,  gli ha inflitto due anni e due mesi di reclusiome.

L’imputato è l’autore della gambizzazione del pregiudicato, oggi 38enne, Luca Costanzo, che da minorenne esplose diversi colpi di pistola alle gambe di Steven Barbieri che, per una sfortunata coincidenza, morì nel lontano 2002, in quanto un proiettile, penetrato a una gamba anziché fuoriuscire salìva verso l’alto e dopo aver leso alcuni organi vitali uscì dalla gola del diciottenne. Vani si rivelavano i soccorsi. Quando arrivò all’ospedale il ragazzo era già morto. Grazie al pentimento del reggente dell’epoca  del clan Santa Panagia gli agenti della Squadra Mobile arrestavano Luca Costanzo e Gaetano Zappulla accusati dell’omicidio di Steven Barbieri. Il minorenne fu giudicato a Catania e venne condannato a 22 anni di carcere dal Tribunale dei Minori. Gaetano Zappulla in carcere è rimasto trenta giorni perché fu scarcerato dal Tribunale del Riesame per carenza di indizi di reità. La sorte di Gaetano Zappulla fu decisa dal reggenti del clan Bottaro-Attanasio. La mafia non poteva accettare che Gaetano Zappulla la facesse franca, Lui aveva partecipato alla spedizione punitiva contro Steven Barbieri, Era il conducente dello scooter di proprietà di Luca Costanzo che, per sparare i colpi di pistola contro il diciottenne Steven Barbieri che stava giocando al calcio balilla, in un circolo ricreativo, sito tra via Italia 103 e Via Immordini, aveva scelto di sedersi sul sellino dello sccoter lasciando a Zappulla la guida del mezzo. A distanza di tre giorni dalla scarcerazione Zappulla fu crivellato di piombo all’interno di una sala giochi di piazza Adda. Per il suo omicidio sono indagati Pasqualino Mazzarella e Vito Fiorino.,

A distanza di 20 anni dall’omicidio di Steven Barbieri, la  sera del 30 dicembre 2022 viene gambizzato Luca Costanzo, raggiunto da alcuni colpi di pistola a entrambe le gambe. Immediatamente soccorso il ferito viene condotto all’ospedale Unberto I. Due giorni dopo si costituisce l’attentatore, accompagnato  alla caserma dei Carabinieri di viale Tica dall’avvocato Junio Celesti. Si tratta di Claudio Cuzzola Foti, 53 anni, anche lui pregiudicato. I Carabinieri visionando le immagini riprese dalle telecamere installate al Corso Timoleonte trovano un filmato che, oltre a mostrare tutte le fasi della sparatoria, è dotato di audio. Così ascoltano le minacce che  il pistolero rivolge a Luca Costanzo. “Hai finito di rompermi i coglioni”. E dopo aver esploso il primo colpo di pistola  Cllaudio Cuzzola Foti, con la pistola ancora fumante, si avvicina alla vittima e gli dice: “Non ho voluto ammazzarti ma ti avverto che se riprendi a rompermi i coglioni la prossima volta ti ammazzo”.

I Carabinieri non scoprono, però, il motivo che ha indotto  Claudio Cuzzola Foti ad armarsi e di recarsi al Corso Timoleonte. Né il pistolero né la vittima hanno riferito il motivo dello scontro. Al pistolero, inizialmente accusato di tentato omicidio, il reato è stato derubricato in lesioni personali grave, perché i medici hanno detto che Luca Costano non  ha mai corso il pericolo di morire,