AUGUSTA. Il giorno dell’epifania è notoriamente il giorno in cui i bambini ricevono i doni, nel ricordo dei doni che i tre magi (re o saggi) portarono a Gesù bambino nella grotta di Betlemme. La parola “Epifania” significa manifestazione (sottinteso del divino, come divino, appunto, secondo i Vangeli, era il bimbo nato da Maria duemilaquindici anni fa in terra di Palestina.) Nel corso del tempo la parola si è corrotta nella parlata del popolo ed è diventata “befana”, come sovente succedeva per le parole colte derivate dal greco, come epifania, dal latino o da parole straniere. La parola “befana” è stata applicata a rappresentare una strega anziana col sacco in spalla per portare e lasciare dentro una grande calza invernale doni ai bimbi ritenuti buoni e
carbone ai bimbi definiti cattivi. Con l’arrivo del consumismo i doni si fatti sempre più sofisticati e anche le calze sono diventate eleganti, luccicanti, colorate. Nel giorno dell’epifania alcune associazioni di volontariato, Comitato cittadino augustano, Genitori e figli, Rina Gulino, hanno pensato di rendere gioiosa la mattina per i bambini ricoverati nel reparto pediatria dell’ospedale Muscatello, portando loro caramelle, sorrisi e conforto, soprattutto a un bambino, G.C., ricoverato intorno a mezzanotte del 5 con la febbre alta e non ancora visitato dal medico specialista a mattina inoltrata. Eravamo al reparto di pediatria, intorno alle 11,50,quando ci è stata riferita questa circostanza e siamo stati informati che il medico è stato contattato per telefono e, telefonicamente, ha prescritto i farmaci, riservandosi di andare a visitare il bambino intorno alle due del pomeriggio. Può un pediatra di turno prescrivere farmaci per telefono? E un’anomalia? Se lo chiedono i rappresentanti delle associazioni, se lo chiedono i cittadini semplici, come Carmelo Patanè, che ha donato una piccola statua del Bambinello per il piccolo presepe del reparto; se lo chiede Domenico Fruciano, rappresentante del Tribunale per i diritti del malato che intende organizzare una conferenza-dibattito, a fine mese, su questa e su altre anomalie dell’ospedale Muscatello.
Giorgio Càsole