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“Terra bruciata 2″: salgono a 14 le richieste di condanna avanzate dal PM La Rosa, per i difensori i pentiti non sono credibili. Il 3 giugno le ultime arringhe delle Difese e la sentenza

Apertura“Terra bruciata 2": salgono a 14 le richieste di condanna avanzate dal PM La Rosa, per i difensori i pentiti non sono credibili. Il 3 giugno le ultime arringhe...

Siracusa. Il sostituto procuratore Alessandro La Rosa ha presentato il salato conto ai componenti del clan Bottaro-Attanasio e del clan della Borgata, coinvolti nell’operazione “Terra bruciata”, la seconda delle tre compiute dai Carabinieri e dalla Squadra Mobile contro le due organizzazioni criminali grazie al determinante contributo fornito dai pentiti fuoriusciti dal entrambi i clan. Il Pubblico Ministero La Rosa, che ha ereditato il procedimento dal collega Andrea Ursino, oggi sostituto procuratore generale sempre a Catania, non ha svolto la classica requisitoria parlata, ma ha scritto l’atto d’accusa contro gli imputati alla sbarra e le sue richieste in una memoria poi consegnata ai giudici del Tribunale Penale composto dal presidente Salvatore Cavallaro e dai giudici Antonio Dami e Federica Piccione. Il rappresentante della pubblica accusa ha integrato le sue precedenti richieste auspicando la condanna dell’ex reggente del clan Bottaro, Vincenzo Quadarella alla pena di sei anni di reclusione.
Alla scorsa udienza il magistrato della DDA di Catava aveva chiesto la condanna di Christian Bianchini, detto “Crespo” alla pena di quindici anni di reclusione e alla multa di settemila euro per i capi A) e C). Il capo A) dice che Christian Bianchini e Sebastiano Miceli, in concorso con i pentiti Massimo Stupore e Salvatore Lombardo, detto Pulisinu, sono accusati del reato di estorsione ai danni di Marcello Cunsolino, titolare del ristorante Dafne. Il capo C) afferma che Christian Bianchini e Andrea Lauretta debbono rispondere del reato di estorsione ai danni di Salvatore Policardo, titolare della concessionaria Toyota, reato commesso in concorso con i pentiti Stupore, detto Massimuni, e Pulisinu. Il Pubblico Ministero La Rosa ha chiesto la pena di 17 anni di reclusione e la multa di ottomila euro per Francesco Fiorentino, chiamato a rispondere di ben tre estorsioni di cui al capo E) quella commessa, insieme ad Andrea Lauretta e a Elio Lavore, detto Paolino, ai danni di Fabio Cardella, titolare del Pub Cameloti. E ancora l’estorsione che viene contestata al capo F) ai danni del titolare del bar Teocrito, commessa assieme ad Andrea Lauretta, Domenico Curcio, Salvatore Lombardo e Massimo Stupore. Al capo G) viene contestata al Fiorentino l’estorsione ai danni di Giancarlo Valvo, titolare della concessionaria Yamaha Mulktimotors, in concorso con Andrea Lauretta, con i pentiti Giovanni Barbagallo, Danilo Giuffrida e Salvatore Barbagallo. Questa estorsione viene contestata anche a Fabio Cortese e al pentito Piero Monaco ma per entrambi il Pubblico Ministero La Rosa ha chiesto l’assoluzione per non avere commesso il fatto. Per Giuseppe Guarino il Pubblico Ministero ha chiesto la condanna a sei anni di reclusione e la multa di 1.500 euro perché accusato di tenta estorsione ai danni di Angelo Schiavone, titolare del negozio Wimbledon in concorso con il pentito Massimo Schiavone.
Per Andrea Lauretta, accusato di quattro reati, è stata chiesta la condanna a diciotto anni e sei mesi di reclusione e la multa di ottomila euro per le estorsioni ai danni di Salvatore Policardo, nonché di Fabio Cardella, del titolare del bar Teocrito e di Giancarlo Valvo.
Per Elio Lavore, detto Paolino, è stata chiesta la condanna a 15 anni e sei mesi di reclusione e alla multa di settemila auro per quattro estorsioni e precisamente quelle ai danni di Fabio Cardella, di Luigi Crispino, titolare del Centro Polidiater, di tentata estorsione ai danni di Giulio Quercioli titolare dell’Igm e dell’estorsione ai danni di Emanuele Rizzo, titolare dei Pub “Il Sale” e “Dottor Sam”.
Per Sebastiano Miceli il Pubblico Ministero ha chiesto nove anni di reclusione e 6.500 euro di multa per l’estorsione ai danni di Marcello Cunsolino.
Per Salvatore Musco Fontana, inteso Lupin, è stata chiesta la condanna alla pena di dieci anni e mesi sei di reclusione e alla multa di ottomila euro per l’estorsione ai danni di Luigi Miceli e la tentata estorsione ai danni di Giulio Quercioli.
Per Giovanni Poliseno è stata chiesta la condanna alla pena di sette anni e sei mesi di reclusione e alla multa di 7.500 euro per la tentata estorsione alla palestra Emotion e della estorsione ai danni di Sebastiano Taccia, titolare della panineria “Al panino d’oro”.
Per Orazio Scarso sono stati chiesti nove anni di reclusione e 6.500 euro di multa per l’estorsione ai danni di Giancarlo Russo, titolare del ristorante L’Ancora. Analoga pena di nove anni di carcere e la multa di 6.500 è stata avanzata nei confronti di Domenico Curcio per l’estorsione ai danni del titolare dei pub “Il Sale” e “Dottor Sam” e per l’estorsione al bar Teocrito.
Per Umberto Piantini è stata richiesta la condanna a sei anni di reclusione e alla multa di 1.500 euro per la tentata estorsione ai danni del titolare dell’Igm. Analoga condanna è stata chiesta per Davide D’Ignoti cui viene contestata la tentata estorsione ai danni di Giulio Quercioli, titolare della società Igm. Infine sei anni di carcere e 1,500 euro di multa sono stati chiesti per Corrado Greco perché accusato di tentata estorsione ai danni di Sandro Aimone, titolare della Universo Costruzioni.
Il Pubblico Ministero alla luce delle dichiarazioni rese da Angelo Renato, socio del defunto Pisanello, titolari di un’agenzia di cartelloni pubblicitari ha chiesto la condanna a sei anni di reclusione per Vincenzo Quadarella, accusato dfi tentata estorsione. Il teste ha riferito che si presentarono due componenti del clan Bottaro-Attanasio (Massimo Stupore e Vincenzo Quadarella) per chiedere il pizzo, ma sia Pisanello che lui si rifiutarono di pagare.
Oggi pomeriggio, 27 maggio, hanno parlato gli avvocati Junio Celesti per Fabio Cortese, Stefano Rametta per Sebastiano Miceli, Ma