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Operazione “Borgata”, il Tribunale ha condannato 6 imputati tra cui Danilo Greco, ha assolto Rita Attardo e i suoi figli Giuseppe e Massimo Guarino, ha dichiarato estinto per prescrizione il reato ad Alessandro Garofalo e ha trasmesso gli atti alla Procura per tre vittime di estorsioni per avere reso false dichiarazioni

AperturaOperazione "Borgata", il Tribunale ha condannato 6 imputati tra cui Danilo Greco, ha assolto Rita Attardo e i suoi figli Giuseppe e Massimo Guarino, ha dichiarato estinto per prescrizione...

Siracusa. Alle ore 20 circa di venerdì 24 marzo è stato letto il dispositivo di sentenza contro gli imputati coinvolti nell’operazione antimafia e antidroga denominata “Borgata”, in altre parole contro il clan mafioso della Borgata, fondato 23 anni fa da Giuseppe Curcio e da Giuseppe Guarino: il primo adesso divenuto collaboratore di giustizia, il secondo ancora detenuto in carcere per scontare delle condanne che gli sono state inflitte per reati commessi assieme a Giuseppe Curcio.

Il Tribunale penale (presidente, Salvatore Cavallaro; a latere, Federica Piccione e Maria Lupo) ha condannato Massimiiano Fazio alla pena di cinque anni e otto mesi di reclusione e alla multa di 900 euro; Attilio Scattamagna e Massimo Schiavone alla pena di  quattro anni e 8 mesi di reclusione ciascuno; Domenico Curcio a due anni di reclusione a titolo di aumento di una pena che sta tuttora espiando in carcere; Salvatore Tartaglia alla pena di tre anni e otto mesi di reclusione e alla multa di 600 euro; Danilo Greco alla pena di sette anni di reclusione e alla multa di 900 euro. Il Collegio ha riqualificato il fatto contestato ad Alessandro Garofalo, reato però dichiarato estinto per intervenuta prescrizione. Il Tribunale ha assolto Tartaglia, Fazio, Greco, Massimo Guarino, Giuseppe Guarino e Rita Accardo dal reato di associazione di stampo mafioso per non aver commesso il fatto. Greco e Fazio sono stati interdetti perpetuamente dai pubblici uffici, mentre Scattamagna, Domenico Curcio e Tartaglia sono stati interdetti per anni cinque. Fazio, Greco, Scattamagna e Schiavone sono stati sottoposti a un anno di libertà vigilata.

Il Tribunale ha disposto la trasmissione degli atti alla Procura della Repubblica di Siracusa per le vittime di estorsione Carmelo Riccioli, Rosario Caudullo e Luigi Chiari per avere reso false dichiarazioni.

Infine, il Collegio ha fissato in novanta giorni il termine per il deposito delle motivazioni della sentenza.

Gli imputati sono stati assistiti dagli avvocati Matilde Lipari, Giorgio D’Angelo, Sebastiano Troia, Junio Celesti, Antonio Lo Iacono e Salvo Xibilia, i quali hanno concluso le rispettive arringhe difensive chiedendo l’assoluzione dei loro clienti. Vincente è risultata l’arringa dell’avvocato Matilde Lipari che ha difeso Rita Attardo e suo figlio Massimo Guarino; amaro-dolce l’esito del processo per l’avvocato Junio Celesti che ha difeso Massimo Schiavone e Alessandro Garofalo; deludente il risultato conseguito dall’avvocato Giorgio D’Angelo che ha difeso Danilo Greco, Salvatore Tartaglia e Attilio Scattamagna.

 Invece, il Pubblico Ministero Alessandro La Rosa, sostituto procuratore alla Direzione Distrettuale Antimafia di Catania, a conclusione della requisitoria, la maggior parte della quale scritta in oltre 850 pagine, aveva presentato un salato conto da pagare ai componenti del clan della Borgata. Il rappresentante della pubblica accusa ha chiesto ai giudici del Tribunale penale (presidente, Salvatore Cavallaro; a latere, Federica Piccione  e Maria Lupo) di infliggere sei anni di reclusione a Rita Attardo, mamma di Giuseppe Guarino, cofondatore del gruppo criminale; di irrogare a suo figlio Giuseppe Guarino  la pena di due anni di reclusione in continuazione con la condanna che sta espiando in carcere per altre vicende giudiziarie; di condannare a due anni di reclusine Massimo Guarino, fratello di Giuseppe e figlio di Rita Attardi; di condannare alla pena di sette anni e sei mesi di reclusione e alla multa di 3.500 euro Massimiliano Fazio; di infliggere la pena di cinque anni e sei mesi di reclusione e la multa di 25 mila euro ad Alessandro Garofalo; di irrogare a pena di otto anni e dieci mesi di reclusione e la multa di tremila euro a Danilo Greco, che ha svolto il ruolo di reggente del gruppo della Borgata durante la detenzione in carcere di Giuseppe Curcio e Giuseppe Guarino; di condannare alla pena di sei anni di reclusione ciascuno Massimo Schiavone e Attilio Scattamagna; di irrogare a pena di sette anni di reclusione  e la multa di 2.300 euro a Salvatore Tartaglia.

Il magistrato della Procura Antimafia ha chiesto la trasmissione degli atti alla Procura della Repubblica di Siracusa di tre vittime di estorsioni per avere reso false dichiarazioni. Si tratta di Carmelo Riccioli, titolare del bar Teocrito e di Rosario Caudullo, esercente di una sala giochi con annesso bar sita in Via Luigi Cadorna. E del pizzaiolo Luigi Chiari.

Nel dossier della requisitoria scritta il Pubblico Ministero La Rosa riporta l’elenco di tutti i commercianti che hanno ricevuto dei messaggi intimidatori o dei veri e propri attentati incendiari e dinamitardi. Nell’elenco dei negozianti risultano Salvatore Spina, titolare di un negozio di elettrodomestici che il 21 marzo 2002 ha ricevuto delle telefonate di natura estorsiva; Gaspare Latina, titolare del ristorante Il Delfino sito in via Riviera Dionisio il Grande, bersaglio di una esplicita richiesta estorsiva con la collocazione di alcune cartucce dinanzi alla porta d’ingresso, in data 29 marzo 2002; Alessia Caruso, proprietaria di una rivendita di tabacchi sita in piazza Santa Lucia, alla quale il 6 aprile 2002 fu inviato un messaggio estorsivo con annessi proiettili; il 19 aprile 2002 fu dato alle fiamme il ristorante Il Delfino di Gaspare Latina; il 31 maggio del 2002 fu incendiata la saracinesca dell’officina meccanica di Concetto Uccello, sita in Via dello Stadio; il 19 giugno 2002 fu data alle fiamme la saracinesca del supermercato Euro Hard sito al viale Teocrito; il 4 agosto 2002 fu incendiata la saracinesca del bar Piave di Angelo Randazzo, ubicato in Via Piave 89; l’11 agosto 2002 furono esplosi dei colpi di pistola contro la saracinesca del panificio di Marcantonio Garofalo, sito in via La Spezia; il 24 agosto venne recapitato un messaggio intimidatorio con acclusi alcuni proiettili a Franco Caldarella, titolare del bar Il Ritrovo; in data 24 agosto 2002 fu fatto esplodere un rudimentale ordigno posto a ridosso della saracinesca della tabaccheria di Francesco Caldarella, sita in Via Piave 100; il primo settembre 2002 fu incendiata la saracinesca del negozio Stucchi e Gessi di Agatino Corvaia, sito in via Carso 17/b; il 28 settembre 2002 fu fatto esplodere un rudimentale posizionato a ridosso della saracinesca del negozio di abbigliamento Wimbledon di Angelo Schiavone, sito in Via Di Natale; iol 24 agosto 2002 fu data alle fiamme la saracinesca del negozio di idraulica di Pasquale Bottaro con annesso invio di un messaggio intimidatorio: il 24 agosto fu posizionato a ridosso della saracinesca un nuovo messaggio intimidatorio al tabaccaio Francesco Cassarino; infine, nel corso del 2002 fu presa di mira la macelleria di Concetto Minarda e la tabaccheria di Francesco Cassarino, sita in Via Piave 100, fu assaltata da alcuni rapinatori, così come sempre nel corso del 2002 contro il Bar Ritrovo di Via Piave fu bersaglio di alcuni colpi di pistola esplosi da un centauro alla guida di una Vespa di colore nero, con il volto travisato da un passamontagna.

Nella requisitoria scritta tutte le dichiarazioni rese dai collaboratori di giustizia Giuseppe Curcio, da sua moglie Jessica Fiorentino, dagli ex conviventi Carmela Sciuto e Luca Sipala, da Attilio Pandolfino, da Antonio Tarascio e dal defunto Luigi Cavarra.