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Si è suicidato il Pubblico Ministero De Masellis che 22 anni fa pose fine alla sudditanza dell’Inda nei confronti del clan mafioso Urso-Bottaro

AperturaSi è suicidato il Pubblico Ministero De Masellis che 22 anni fa pose fine alla sudditanza dell’Inda nei confronti del clan mafioso Urso-Bottaro

Siracusa. Si è lanciato nel vuoto dopo essere salito su una sedia per spiccare il volo e sfracellarsi nel sottostante cortile del condominio di Viale Scala Greca, 151. Quello che aveva progettato gli è riuscito alla perfezione. Il suicida era un magistrato e ha scritto una storia di grande valore contro il clan mafioso Urso-Bottaro che era riuscito a piegare al suo volere il vertice dell’Istituto nazionale del Dramma Antico. L’artefice di quella operazione antimafia si chiamava Enrico De Masellis che, oltre a far rinchiudere nelle patrie galere esponenti di spicco e semplici affiliati al clan Urso-Bottaro riuscì nell’ardua impresa di far spiccare il mandato di arresto anche nei confronti dei componenti del Consiglio Direttivo dell’Inda. Il sostituto procuratore Enrico De Masellis, in servizio alla Procura Distrettuale Antimafia di Catania, coordinando le indagini degli investigatori della Squadra Mobile della Questura di Siracusa, era riuscito a svelare il criminale accordo stipulato dagli amministratori dell’Inda con il boss Agostino Urso, inteso ‘u prufissuri, il quale, assicurando protezione mafiosa sui beni dell’Istituto nazionale del dramma antico (scenografie, vestiario, scarpe e altri oggetti di volta in volta utilizzati in una rappresentazione teatrale, aveva garantito alla controparte l’immunità da eventuali attentati incendiari. In cambio cosa ha chiesto il boss Agostino Urso? La concessione alla sua organizzazione criminale di gestire svariati servizi e precisamente il parcheggio delle auto nei pressi del Teatro Greco,  l’arruolamento delle comparse e degli addetti al controllo dei biglietti, la concessione per la vendita di bevande, la gestione degli appalti per lavori di falegnameria e la costruzione di grandi e piccole scenografie. In buona sostanza il clan non chiedeva soldi ma pretendeva l’ok per la gestione di tutti i servizi che sono necessari e che ruotano attorno al business delle recite classiche.

Il merito del Pubblico Ministero De Masellis fu quello di portare alla luce del sole un criminale accordo tra la banda mafiosa che all’epoca andava per la maggiore e Siracusa e l’Istituto nazionale del dramma antico. De Masellis, fece rinchiudere in carcere mafiosi e amministratori dell’Inda. Dalla retata del lontano 2 marzo 2001 si salvò soltanto il presidente dell’Inda, professore Giusto Monaco, cui venne evitato il carcere perché nel corso di un interrogatorio di garanzia confessò che la scelta di scendere a patti con la mafia si era resa necessaria per scongiurare il pericolo che la notte prima di una recita classica venisse incendiata la scenografia. Oltre al professore Monaco evitarono il carcere anche i boss Agostino Urso, ucciso il 28 giugno 1992 al lido Sayonara da un commando armato arrivato da Lentini e il suo successore  Salvatore Bottaro già nel 1995 condannato all’ergastolo per alcuni omicidi di mafia.

Il Pubblico Ministero De Masellis dopo quella complessa indagine culminata con l’operazione “Agamennone” si è sposato con  una dipendente del Comune di Siracusa ed è passato nel ruolo di giudice, ruolo che svolgeva anche in questi giorni come componente del Tribunale del Riesame di Catania. Non sappiamo il motivo che lo ha spinto a salire sulla sedia e a spiccare il volo sfracellandosi sul selciato del cortile condominiale di Viale Scala Greca 151. Aveva 60 anni di età, Riposi in pace.